Sabato Santo, giorno del silenzio

Viviamo con intensità il Giovedì Santo con la Missa in Coena Domini, il Venerdì con la Passione, e poi la Veglia della Pasqua di Risurrezione. E il Sabato Santo?

Dio mio, Dio mio, perché…?”. Gesù è morto, apparentemente abbandonato anche da Dio: giorno di smarrimento, dolore, silenzio. Silenzio di Dio. Assenza di Dio?   Vale la pena di farlo ‘vivere’.

I discepoli. Giuda ha tradito e, disperato, si è ucciso. Pietro ha rinnegato tre volte, confermandole tutte con una bugia. Gli altri, quasi tutti spariti. Lo stato d’animo è quello dei due di Emmaus in fuga da una Gerusalemme così pericolosa: il Maestro ucciso, tante speranze, un cammino entusiasmante… Finito. Lo sapevano tutti: tutti, salvo quel viandante venuto da chissà dove…

Erano rimaste le donne. Avevano seguito Gesù fin sotto la Croce: si sa, le donne non contano nulla, e quindi non sono ritenute pericolose… Ma possiamo immaginare il loro dolore. Una notte insonne… e, all’alba, pronte a correre al sepolcro per onorare il corpo del Maestro morto.

Anche Giovanni era rimasto: sorreggendola, aveva portato a casa Maria, divenuta sua ‘Madre’.

E Maria? Cosa avrà pensato, Maria? Come avrà vissuto lo strazio di questo Figlio così speciale e amato, insultato, torturato, finito così tragicamente? Avrà ripensato alle parole di Simeone, a quella spada che le avrebbe “trafitto l’anima”? Sarà riuscita, una volta ancora, a “serbare tutte queste cose meditandole nel suo cuore”?  “Serbare”, ma il termine greco indica la capacità di ‘far stare insieme” dando un senso compiuto anche ciò che sfugge e sfida. Ma Maria era allenata: era tutta una vita che lo faceva, sin dal messaggio sconvolgente di Gabriele. Si sarà fidata delle promesse del Figlio: diversamente dai discepoli, lei le aveva capite. Ma il dolore, lo strazio, beh, quello c’era tutto: la spada affilata…

E Gesù? Nel Credo, ogni domenica ripetiamo “morì, fu sepolto, discese agli inferi”: dunque, anche per Gesù quel tempo non è stato ‘vuoto’.

Ci aiuta il mondo Ortodosso, per il quale il Sabato Santo ha un grande peso, come vediamo nelle icone della Risurrezione. Un grande sepolcro scoperchiato lascia intravvedere la profonda voragine degli ‘Inferi’, la cui porta appare infranta dalla potenza della Risurrezione di Gesù che, afferrando Adamo dal polso, libera -trascinandoli con sé- tutti i ‘giusti’ antichi, sino a Giovanni Battista…  Ecco rappresentata la sconfitta della morte, “inghiottita nella vittoria” della Risurrezione di Gesù (I Cor 15, 54).

Ma, se ci guardiamo attorno, quale vittoria sul male e sulla morte? Sembra piuttosto, se non la ‘morte’ di Dio -come si diceva anni fa-, quanto meno la sua ‘sconfitta’… E, qualche volta, davanti alle tragedie vicine e lontane cui assistiamo impotenti, anche noi siamo tentati dal dubbio, Perché tanta crudeltà e violenza? Gesù è passato fra noi inutilmente, allora? Assenza di Dio?

Domande di oggi. Pensavamo di essere padroni del nostro tempo e della nostra vita. Invece, ci ritroviamo in un “Sabato Santo” e non possiamo più eludere ciò che la nostra società cerca di esorcizzare: solitudine, malattia, odio che suscita dolore e morte.  Il Male

Ecco, ora siamo noi a doverci dare da fare e, nel Sabato Santo molto particolare di oggi, possiamo fare silenzio, riflettendo sulle domande scomode che, sole, ci possono restituire migliori a un mondo che domani sarà profondamente cambiato: fede, affetti, relazioni, uso di tempo e denaro, obiettivi senso e stile di vita…

E sarà un Sabato Santo diverso, silenzioso ma costruttivo: certamente non vuoto e non inutile. E in cui Dio è ben presente: e chiede però il nostro impegno e la nostra collaborazione!

Il Sabato Santo sarà dedicato al silenzio, alla preghiera, alla riconciliazione. I Padri saranno disponibili per la confessione in Chiesa dalle 9,30 alle 12, e dalle 16 alle 18,30.