9 giugno – Terza Domenica dopo Pentecoste

Una riflessione sulla ‘vocazione matrimoniale’ che viene dall’Antico Testamento, anzi dalla Creazione stessa del mondo e arriva sino a Gesù. L’umanità non è fatta per l’individualismo, l’egocentrismo, la sterilità, ma per lo stare insieme, per l’amore, per la vita. Genesi 1 lo dice così bene: «E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò.
28Dio li benedisse e Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi». Nella tradizione alta (Genesi 1), infatti, la creazione è assolutamente contemporanea per una ‘coppia generatrice’ allo stesso livello, cui sarà affidata oltre la vita umana anche la natura e il creato (“una sola carne” in Genesi 2). Molto su cui riflettere anche per oggi su una ‘nudità’ senza vergogna proprio perché capace di dare ‘vita’: e di fatto solo nel ‘figlio’ la coppia diventa “una sola carne”.

Gesù richiama esattamente questo legame ‘sacro’ – e quindi anche stabile e vincolante – con grande disappunto degli interlocutori del suo tempo: ma verrebbe a dire anche dei nostri… 

San Paolo cerca di ridirlo in altro modo ai credenti della nuova Chiesa: nella coppia c’è vera e profonda parità. Ci si ama concretamente e si ama tutto del partner, anche il corpo. E come ci si prende cura di se stessi, ugualmente lo si fa con il coniuge. Entrambi infatti hanno una vocazione autentica da compiere. Certo il ‘modello’ – quello di Cristo e della sua Chiesa – è molto alto per essere compreso: chissà, forse arduo per l’oggi…


Lettura del libro della Genesi (2, 18-25)
Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne. Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna, perché il loro compito è diventato in qualche modo ‘sacro’: dare e curare la vita, tutta, anche nella natura e nel mondo animale e vegetale.

Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (5, 21-33)
Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.

Lettura del Vangelo secondo Marco (10, 1-12)
Partito di là, il Signore Gesù venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione “li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque, l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa
La forza del tuo Spirito, Signore, sostenga la Chiesa nel seguire Gesù fino in fondo, perché la vita di tutti i credenti, vissuta nella carità fraterna e nella disponibilità, diventi il segno che tutti sono chiamati a partecipare al dono del tuo amore. Ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Non è bene che l’uomo sia solo; voglio fargli un aiuto che gli corrisponda.
La solitudine si vince con la relazione con gli altri. Signore che hai creato l’uomo e la donna perché si completassero a vicenda, fa che la nostra comunità sia luogo di incontro e scambio reciproco perché la gioia di appartenere gli uni agli altri ci aiuti a vivere bene il nostro amore: per te e per chi ci vive accanto. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi?
Signore, che hai creato i cieli e la terra, hai posto il tuo sguardo su di noi, fragili creature, e nel mistero dell’amore, ci hai donato il dono del matrimonio, aiutami, Signore, a vivere questo mistero con dedizione e sacrificio, a rispettare e onorare l’unione che tu hai benedetto. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani.
Signore, hai affidato all’uomo e alla donna la terra, il luogo che hai dato loro per vivere. Fa che oggi, dopo decenni di incuria, mirata soltanto al soddisfacimento delle esigenze economiche, il mondo sappia fare proprie le raccomandazioni di Papa Francesco di considerare la natura come “splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà”. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!