9 febbraio – Quinta Domenica dopo l’Epifania

Iniziamo la riflessione sulle letture di questa domenica con la visione profetica di Ezechiele: uno sguardo allargato alla fine dei tempi: tempi di libertà e di pace. Certamente, per noi, la necessità è di capire chi siano questi “figli” destinati a un futuro gioioso garantito da questa “alleanza eterna”.

Paolo ci aiuta a fare un primo ‘passo’. Davanti a un Dio incarnato, troviamo un orizzonte di vita senza fine, in cui, per chi sa aprirsi alla fede, non ci saranno differenze fra “Giudei”, cioè i figli di Israele di Ezechiele,  e “Greci”, pagani e seguaci di riti antichi.

E il vangelo di Matteo mette in bocca a Gesù stesso l’ultima e più chiara apertura. Un pagano, quindi un ‘lontano’, ma che ha riconosciuto in Gesù una attrazione e un carisma assolutamente speciali: molto di più di tanti ebrei osservanti del tempo, incapaci però di aderire alla parola del Signore. Gesù li mette a confronto con questo centurione e, richiamando la visione iniziale, profetizza che nel “regno” futuro avrà molto molto più peso la fede rispetto a una formale appartenenza… 

E questo vale appunto anche per noi oggi, discepoli odierni di Gesù…


Lettura del profeta Ezechiele (37, 21-26)
Il Signore mi parlò dicendo: «Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò i figli d’Israele dalle nazioni fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nella loro terra: farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d’Israele… Non si contamineranno più con i loro idoli, con i loro abomini e con tutte le loro iniquità; li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato, li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio… Abiteranno nella terra che ho dato al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, per sempre; il mio servo Davide sarà loro re per sempre. Farò con loro un’alleanza di pace; sarà un’alleanza eterna con loro… e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre».

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (37, 21-26)
Carissimo, se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».

Lettura del Vangelo secondo Matteo (8, 5-13)
Quando il Signore Gesù fu entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito…». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Beata la nazione che ha il Signore come Dio.
Signore, in questo anno giubilare, la Chiesa sappia riconoscere il grande dono della Speranza, trasmettendo a tutti il senso di essere tuo popolo, tuoi figli: dono sufficiente per la salvezza, se sapremo viverlo con fede profonda nel nome di Cristo. Per questo ti preghiamo…Ascoltaci, Padre buono!

Se con la tua bocca proclamerai Gesù è il Signore, e con il tuo cuore crederai, sarai salvo.
Signore, Cecilia, Mattia e Gabriele con il battesimo rinascono a vita nuova. Ti preghiamo perché, con l’aiuto delle loro famiglie e della Comunità che oggi li accoglie, imparino a proclamare Gesù Signore della loro vita, affidandosi a lui con tutto il cuore. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto.
Signore, tu conosci le mie e nostre debolezze, le mie e nostre paure. Eppure, il tuo amore -più grande di ogni nostro errore- ci sostiene sempre. Come il centurione si è fidato di te senza esitazione, anche noi vogliamo affidarci alla tua Parola. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Farò con loro un’alleanza di pace
Signore, infondi in tutte le persone coinvolte in un conflitto il coraggio di compiere gesti concreti verso il dialogo e la riconciliazione, perché finalmente la pace vinca e possa essere mantenuta in ogni angolo della terra. Con tutto il cuore ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!