8 ottobre – Sesta Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

Tre letture ben diverse questa domenica, che partono dal richiamo ad avere una fede forte nella presenza costante del Signore al nostro fianco: anche nelle prove più difficili, come nel caso di Giobbe.

Sicuramente, però, il ‘male’ non viene mai da Dio: ma da noi. Un Dio che, come dice san Paolo, ha tanto amato l’umanità da incarnarsi e morire. Per vincere la morte e risorgere… Un Dio che, anche nelle nostre infedeltà, “rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso”. Bisogna dunque “capire” bene cosa significhi avere fede. Occorre amare e annunciare una “Parola” che per definizione non “è incatenata”. In altre parole è “libera” per definizione: trattandosi dello Spirito, che soffia dove vuole…

Una fede da vivere ogni giorno “come un lavoratore”, anche se questo può costare: sempre, e talora anche molto di più, come sottolinea sempre san Paolo! Nello stile del “servizio” di “servi inutili” che, con l’aiuto del Signore, si impegnano per il bene comune, l’accoglienza, la condivisione, la giustizia, la pace.

Ne abbiamo tutti terribilmente bisogno.


Lettura del libro di Giobbe (1, 13-21)
Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore, un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. I Sabei hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani»… Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati »… Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani»… Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato…: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti…». Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò e disse: «Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!».

Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo (2, 6-15)
Carissimo, il contadino, che lavora duramente, dev’essere il primo a raccogliere i frutti della terra. Cerca di capire quello che dico, e il Signore ti aiuterà a comprendere ogni cosa. Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti… per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni…Questa parola è degna di fede: Se moriamo con lui, con lui vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. Richiama alla memoria queste cose, scongiurando davanti a Dio che si evitino le vane discussioni, le quali non giovano a nulla se non alla rovina di chi le ascolta. Sforzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi e che dispensa rettamente la parola della verità.

Lettura del Vangelo secondo Luca (17, 7-10)
Il Signore Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Questa parola è degna di fede.
Signore, la tua Chiesa continui a portare nel mondo la gioia di Cristo Risorto, testimoniando la tua Parola in mezzo alle difficoltà del nostro tempo, per dare voce a chi, pur non avendone una, si affida con fede a te! Per questo ti preghiamo…. Ascoltaci, Signore!

Siamo servi inutili…
Signore, la nostra Comunità si associa alla preghiera del Papa e dei Vescovi a Roma per il Sinodo, perché una Chiesa rinnovata ci aiuti a essere sempre al servizio degli altri con amore e gratuità: in ogni attività e in ogni momento della nostra vita. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Sforzati di presentarti a Dio come un lavoratore che non deve vergognarsi.
Signore, ispirati dal versetto che ci esorta a essere lavoratori degni, ti chiediamo la forza nel servirti, e l’aiuto nel vivere la tua Parola, per non doverci vergognare, un giorno, di fronte a te. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Cerca di capire.
Aiutaci, Signore, ad accogliere le parole di Paolo che indicano anche a noi -donne e uomini di oggi- come metterci in cammino insieme a Cristo al servizio della pace, della giustizia tra i popoli, e della cura del creato. Per questo ti preghiamo…
Ascoltaci, Signore!