Cosa c’è prima della creazione del mondo? Genesi e san Paolo, pur in modo diverso, dicono entrambi che c’è un Dio che ha pensato e continua a credere in un mondo ‘bello’, in cui ci saranno sempre creature capaci di ‘dare vita’: uomini e donne tutti e tutte rappresentati in Adamo ed Eva.
Un mondo che, tuttavia, sarà immediatamente pieno di criticità, perché messo in discussione dalla ‘libertà’ di scegliere che il Signore ci ha dato nel resistere a un ‘serpente’ sempre presente: e questo grazie proprio a quel “disegno di amore” che ci permette di essergli “figli adottivi” in Gesù: e, come tali, anche capaci di essere “santi e immacolati di fronte a lui nella carità”.
Un impegno e una via di salvezza offertaci, sin dalla Creazione, da quella Donna davvero in grado di “schiacciare la testa” del Male con il suo incondizionato “sì”. Maria, la “piena di grazia’: Madre di Gesù e Madre nostra.
Lettura del libro della Genesi (3, 9a. 11b-15. 20)
Il Signore Dio chiamò Adamo e gli disse: «Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose Adamo al Signore Dio: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (, 3-6. 11-12)
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
Lettura del Vangelo secondo Luca (1, 26b-28)
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Rallegrati piena di grazia, il Signore è con te!
Dopo il saluto dell’angelo, Maria accetta di fare spazio nel corpo, nella mente e nel cuore al Verbo di Dio. Contemplandola, la Chiesa riscopra la bellezza di dare casa alla Parola fatta carne per aprire alla speranza questa nostra povera umanità! Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
In lui ci ha scelti per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità.
Signore, ci hai dato in dono la vita e l’hai benedetta; ci hai donato la grazia per viverla in santità ,e hai mandato tuo Figlio a salvarci. Aiuta la nostra Comunità a farne tesoro, perché tutti coloro che hanno smarriti questi doni possano riscoprirli nel proprio cuore. Per questo ti preghiamo…Ascoltaci, Padre buono!
Che hai fatto?
Anche oggi, Signore, questa domanda ci invita al pentimento: ho sbagliato, ma confido nella misericordia! Aiuta me -e noi tutti -a ricostruire ciò che abbiamo spezzato, riconoscendo con coraggio il male e scegliendo sempre il bene, anche se questo costa fatica. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Di te si dicono cose gloriose, piena di grazia!
Maria Immacolata, aiuta chi non ha più nulla in cui sperare; chi non ha un esempio da seguire e sbaglia senza sapere quello che fa; soffre per le guerre; subisce violenze in silenzio; è prigioniero, ammalato e senza cura. Perché tutti possano trovare forza e sostegno, con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Quarta Domenica di Avvento — L’ingresso del Messia
All’inizio dell’Avvento, il Signore ci ha invitato ad “alzare lo sguardo” attendendo la sua venuta, e questa domenica la liturgia ci fa riflettere sulla concretezza di questo evento. Pur in mezzo alle difficoltà, e nonostante “le brutture” del tanto sangue ancor oggi sparso e dello sterminio della violenza, il Signore sarà sempre per noi “sopra ogni cosa come protezione” (Isaia).
E questo perché, incarnandosi per riscattarci con la sua vita, ha accettato di farsi del tutto “partecipe” della nostra natura umana – nel “sangue e la carne” – esattamente per “ridurre all’impotenza colui che della morte ha il potere -il diavolo- e per liberarci così dal “timore della morte” (Paolo).
Nel vangelo, Gesù stesso torna ancora una volta fra noi per chiederci anche oggi di aver proprio “bisogno” del nostro povero aiuto e di un asinello per continuare a camminare fra noi – riconosciuto o vilipeso – grazie al gesto liberatorio dello “slegarci” da ciò che ci impedisce di seguirlo fino al traguardo promesso della gioia e della pace…
Lettura del profeta Isaia (4, 2-5)
Isaia disse: «In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria… per i superstiti d’Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo… Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio, allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione».
Lettera agli Ebrei (2, 5-15)
Fratelli, non certo a degli angeli Dio ha sottomesso il mondo futuro… Anzi, in un passo della Scrittura qualcuno ha dichiarato: «Che cos’è l’uomo perché di lui ti ricordi o il figlio dell’uomo perché te ne curi? Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli, di gloria e di onore l’hai coronato e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi»… Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Conveniva infatti che Dio … rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza… per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: «Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi»; e ancora: «Io metterò la mia fiducia in lui»; e inoltre: «Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato». Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Lettura del Vangelo secondo Luca (19, 28-38)
Il Signore Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa croce
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Signore, con l’aiuto dello Spirito, la Chiesa sappia risvegliare il senso della venuta di Cristo, perché non sia dimenticata. E possa testimoniare la sua fede in colui che, nel nome del Signore, è ricordato a Natale nel mondo ma viene ogni giorno per noi nell’Eucarestia. Preghiamo…Vieni, Signore Gesù!
Annuncerò il tuo nome si miei fratelli.
Signore, quando ci riuniamo ad ascoltare la tua Parola, è Gesù stesso l’annuncia. Aiuta la nostra Comunità ad ancorare la sua fede all’amore di Dio, nella fiducia che, con te al nostro fianco, non abbiamo mai nulla da temere. Per questo ti preghiamo… Vieni, Signore Gesù!
Che cos’è l’uomo perché te ne curi?
Nonostante la nostra infedeltà, Signore, ci inviti a essere strumenti di pace. Troppa intorno a noi la violenza che ferisce la dignità dei più deboli, ma il tuo esempio ci sprona a rispondere sempre al male con il bene. Per questo ti preghiamo… Vieni, Signore Gesù!
Il Signore ne ha bisogno
Signore Gesù, che dici così chiaramente di aver bisogno di ciascuno di noi per compiere la tua opera di salvezza, aiutaci a rispondere con fede pronta e docile alla tua volontà nel nostro cammino verso il tuo Regno. Per questo ti preghiamo… Vieni, Signore Gesù!