Continua la riflessione sulla storia di Israele, e contemporaneamente sulla storia della salvezza. In effetti, pensando alle letture della domenica precedente, la soluzione di un re non dava garanzie certe: e così infatti sarà con Saul. Tuttavia, le letture di oggi hanno tutto il centro sulla figura di Davide. Giovanissimo, “fulvo, con belli occhi e bello di aspetto”, e che tuttavia Dio sceglie senza “guardare al suo aspetto né alla sua alta statura… perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore”.
È anche chiarissimo il motivo per il quale i brani sono stati scelti. Giuseppe viene in linea genealogica proprio da Davide, e dunque giustamente i farisei rispondono che Gesù è “figlio” suo. Ma lui, richiamando esattamente la Scrittura, indica una paternità ben diversa. Quella che non sarà capita e accettata: fino a diventare ‘il’ motivo della sua condanna.
Proprio da lì san Paolo prende l’avvio per dire ben altro. Umanamente discendente da Davide, certo. Condannato a una morte ingloriosa, è vero. Ma “risorto dai morti”. Possiamo negarlo, possiamo perseguitare chi ne è stato testimone… Ma “la parola di Dio non è incatenata”!
Un grido di dolore -e però anche di amore per il Signore- che è stato quello di tutti i testimoni/martiri (nella parola greca hanno lo stesso significato) che, in duemila anni, ci hanno concesso di ripetere con convinzione, di generazione in generazione, che “se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso”.
Lettura del primo libro di Samuele (16, 1-13)
Il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l’ho ripudiato perché non regni su Israele? Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele rispose: «Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà». Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una giovenca e dirai: “Sono venuto per sacrificare al Signore”. Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti farò conoscere quello che dovrai fare e ungerai per me colui che io ti dirò»… Gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «È pacifica la tua venuta? ». Rispose: «È pacifica. Sono venuto per sacrificare al Signore. Santificatevi»… Quando furono entrati…il Signore disse a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura… perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse chiamò Abinadàb e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno costui il Signore ha scelto»… Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (2, 8-13)
Carissimo, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio Vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Questa parola è degna di fede: Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.
Lettura del Vangelo secondo Matteo (22, 41-46)
Mentre i farisei erano riuniti insieme, il Signore Gesù chiese loro: «Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?». Gli risposero: «Di Davide». Disse loro: «Come mai allora Davide, mosso dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”? Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?». Nessuno era in grado di rispondergli e, da quel giorno, nessuno osò più interrogarlo.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Questa parola è degna di fede; se moriamo con lui, con lui anche vivremo.
Signore, sappiamo che Gesù è venuto a portarci un messaggio nuovo, ancora oggi rivoluzionario, che ci indica una strada non semplice e spesso anche faticosa. La Chiesa sappia, però, ricordarci in ogni momento che la sequela di Cristo e l’adesione fedele alla parola sono l’unica via per la vita eterna. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore
Il tuo Spirito, Signore, guidi la nostra Comunità nel compiere ogni suo gesto con sincera umiltà e con l’unico intento di essere strumento di amore nelle tue mani. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Cosa pensate del Cristo?
Troppo spesso siamo portati a riconoscere Gesù in una dimensione troppo umana oppure troppo divina. La presenza e la potenza del Risorto tra noi, invece, consistono nel portare un segno d’amore “universale”, capace di dar nuova luce al nostro sguardo sul mondo e sulla gente. Per accogliere questo segno ti preghiamo con tutto il cuore. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Ma la parola di Dio non è incatenata!
È vero, Signore. Si può anche provare a usarla male. Per altri scopi. Piccoli o grandi interessi di parte. Addirittura azioni che causano distruzioni, crudeltà, tanto dolore… Ma, alla fine, la tua Parola saprà sempre essere quella capace di liberarsi e insieme di liberarci: illuminando il nostro cammino, facendoci riflettere. E magari cambiare rotta. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
La nostra comunità ricorda p. Pietro Partel, che negli anni ’80 ha svolto il suo ministero in parrocchia, occupandosi anche del pensionato. Il suo funerale ha avuto luogo ieri, venerdì 5 agosto a Verona. Preghiamo perché dal cielo ci sostenga in questi tempi così difficili… Ascoltaci, Signore!