Questa domenica pone al centro la piena divinità di Gesù rivelata a discepoli molto scelti -Pietro, Giacomo e Giovanni- come una vera e propria tras-figurazione: cioè una straordinaria apparizione della sua “gloria”, difficilmente comprensibile, come tutto ciò che riguarda Dio. Una luce e un candore quasi insopportabili e poi la ‘voce’ di Dio stesso: “questo è il Figlio mio, l’amato… ascoltatelo!”.
Una domenica dunque centrale, che parla dell’essenza divina di Gesù grazie di uno dei “testimoni oculari della sua grandezza”: Pietro. Ed è da notare la particolare scelta delle letture, prese non a caso unicamente dal Nuovo Testamento. Non solo, dunque, la narrazione della comunità di Matteo ma quella di Pietro in prima persona, che la fa giungere oggi a noi. Pietro rimanda giustamente ai profeti, noi guardiamo invece a Gesù, che chiude per sempre la storia di Israele: qui personificata da Mosè ed Elia. Ma ascoltiamo insieme Paolo, non discepolo, ma testimone fondamentale anche lui. Che parla alla nuova Comunità cristiana, e a quella di tutti i tempi: noi compresi.
Fugace, ma reale. E noi, lontanissimi da tutto ciò? Siamo certi che il Signore parla anche oggi: a chi lo cerca, ma anche a chi sta ‘lontano’, come diciamo noi: ma sarà poi vero? E che nella vita di ognuno di noi c’è stato un momento magico, un pensiero improvviso non ‘nostro’, una strana combinazione di eventi, una emozione particolare: piccolo segno del ‘mistero’ della presenza di Dio. Come fu anche per i discepoli su quel monte così ‘alto’: “alzando gli occhi non videro se non Gesù, solo”. Ma con la sua Parola, il suo esempio di vita, il cammino speciale delle beatitudini che ha indicato. Tutto concreto e quotidiano: da ascoltare, e soprattutto vivere per noi oggi.
Lettura della seconda lettera di san Pietro apostolo (1, 16-19)
Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino.
Lettera agli Ebrei (1, 2b-9)
Fratelli, Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»?… Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio». Mentre degli angeli dice: «Egli fa i suoi angeli simili al vento, e i suoi ministri come fiamma di fuoco», al Figlio dice: «Il tuo trono, Dio, sta nei secoli dei secoli»; e: «Lo scettro del tuo regno è scettro di equità; hai amato la giustizia e odiato l’iniquità, perciò Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di esultanza, a preferenza dei tuoi compagni».
Lettura del Vangelo secondo Matteo (17, 1-9)
Il Signore Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo.
Signore Gesù, agli Apostoli che amavi hai voluto mostrare una visione straordinaria, perché comprendessero la tua natura divina. Aiuta la Chiesa, invece, a portare al mondo con semplicità la tua parola di pace, giustizia e misericordia, perché, ascoltandola, tutti comprendano -e vivano- il tuo dono d’amore. Per questo ti preghiamo… Donaci la tua luce, Signore!
Alzatevi e non temete.
Signore, aiutaci ad essere una Comunità coraggiosa, che non si fermi davanti a un mondo che pare ostile, non si chiuda in sé stessa, ma con la sua fede sia pronta ad ‘alzarsi’, per andare incontro a tutti coloro che hai posto sul nostro cammino, e hanno bisogno di noi. Per questo ti preghiamo… Donaci la tua luce, Signore!
Signore, è bello per noi essere qui!
Così Pietro, il solo capace di parlare davanti a queste visioni celestiali. Signore, aiutaci a non aver paura di te, ma a lasciarti entrare con gioia quando cerchi di “bussare alla porta del nostro cuore”. Per questo ti preghiamo… Donaci la tua luce, Signore!
Mentre preghiamo insieme al Papa e ai tanti giovani che sono con lui a Lisbona, ti affidiamo, Signore, tutte le nuove generazioni. Bisognose, ovunque, di essere ascoltate con serietà e rispetto, ed esser rese adulte e costruttive da esperienze di vita reali. Il tuo Spirito le aiuti a esser consapevoli dei propri talenti e quindi delle proprie responsabilità. Con tutto il cuore per questo ti preghiamo… Dona loro la tua luce, Signore!