5 novembre – Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo

Domenica scorsa abbiamo riflettuto sul termine ‘regno’: lo incontriamo anche questa domenica, accanto alla parola ‘Re’ che, in quel mondo così lontano, significava qualcuno che aveva un potere altissimo, quasi sempre ‘assoluto’. Non è più di moda, oggi giorno, e un po’ lo sentiamo ‘estraneo’: certamente non adatto per parlare di Dio. Ma questi brani antichi ci aiutano.

Alla domanda di Pilato, Gesù afferma due cose: di essere ‘re’, ma di un ‘regno’ non terreno, venuto al mondo per parlare di Dio in modo diverso. Come cristiani, ci ha fatto capire che Dio è un Padre -addirittura un ‘papà’- sempre misericordioso. Proprio come dice Paolo nella lettera ai Filippesi quando parla di una “migliore conoscenza di Dio”.

Tuttavia, Samuele testimonia che anche nel mondo ebraico non esisteva solo un “Dio degli eserciti”. Gli antichi profeti hanno parlato anche di un Dio ‘materno’ e di un ‘amante appassionato’ (Osea!). E qui Samuele ci restituisce l’immagine di un Dio che sceglie addirittura di “vagare sotto una tenda, in un padiglione” per poter sempre essere vicino all’umanità, nelle sue infinite peregrinazioni e persino nei tanti e troppi “deserti” della sua storia.


Lettura del secondo libro di Samuele (7, 1-6. 8-9. 12-14a. 16-17)
Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io infatti non ho abitato in una casa da quando ho fatto salire Israele dall’Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione”. Ora dunque dirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: “Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».

Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (1, 9b-14)
Fratelli, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio. Resi forti di ogni fortezza secondo la potenza della sua gloria, per essere perseveranti e magnanimi in tutto, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (18, 33c-37)
Pilato disse al Signore Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Disse il Signore… Non ho abitato in una casa ma sono andato vagabondando sotto una tenda.
Signore Gesù, il tuo Spirito aiuti la Chiesa ad avere uno sguardo profetico sul suo futuro, ricordando che, come dice Samuele, il nostro è un Dio sempre capace di vivere in una tenda, pur di star vicino all’umanità e accompagnarla anche nei momenti più difficili. Per questo continuiamo a sperare, e ti preghiamo…Venga il tuo regno Signore!

Non cessiamo di pregare… perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, portando frutto in ogni opera buona.
Signore, aiuta la nostra Comunità a cercare attraverso la preghiera il senso del proprio servizio e della propria speranza, perché con coerenza di vita sappiamo far crescere la nostra fede e i frutti del nostro agire. Per questo ti preghiamo… Venga il tuo regno Signore!

Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce.
Concedici, Signore, la grazia di riconoscere la tua voce in mezzo a tante altre, di seguirla con fiducia e di agire secondo la tua volontà. Per questo ti preghiamo… Venga il tuo regno Signore!

Che cosa hai fatto?
Signore, aiutaci a non “non distogliere lo sguardo dal povero”, come suggerisce Papa Francesco, e a cercare il modo di aiutare chi è privo di tutto a causa di chi ha molto e pretende sempre di più. Aiutaci a rinunciare al superfluo, ad essere più vicini a chi non ha voce, e a sostenere concretamente chi già si spende per sanare troppe ingiustizie. Con forza ti preghiamo… Venga il tuo regno Signore!