4 settembre – Prima Domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore

La morte tragica di Giovanni Battista segna – il vangelo lo sottolinea – un vero cambiamento nella vita di Gesù. Lascia la piccola Nazareth e si sposta verso un centro più vivace, più aperto e ricco di contatti sul lago di Tiberiade, in Galilea: inizia così la sua vita pubblica.

Il tempo era arrivato: “convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Che scelta difficile e rischiosa, e il Signore lo sapeva benissimo. Del resto, il modo con il quale si era stata decisa la morte del Battista conferma le dure parole di Isaia: la gente non vuole riflettere, non vuole discorsi sinceri e impegnativi: “diteci cose piacevoli, profetateci illusioni… toglieteci dalla vista il Santo d’Israele!”. Infatti, i profeti erano sempre finiti male…

Passano secoli e millenni, ma non è ciò che facciamo anche oggi? Isaia finisce il discorso e completa il quadro: alla fine, questo comportamento sarà come una “breccia che sporge da un alto muro, il cui crollo avviene in un attimo”. Non un ‘destino’, dunque, ma le conseguenze dei nostri continui e ciechi errori. Meglio: peccati. E oggi ci troviamo sulla lama di un rasoio per il futuro.

Siamo dunque condannati a perdere la speranza nel futuro con le sue tristi “tribolazioni”? Paolo dice con forza di no: non dobbiamo mai disperare, perché Gesù, Dio incarnato, si è sacrificato proprio perché ci vedeva peccatori: come un gregge senza pastore.

Dunque sopportiamo le sfide della vita con pazienza, e con il cuore pieno di speranza sapendoci “salvati”: “nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza”.


Lettura del profeta Isaia (30, 8-15b)
Così dice il Signore Dio: «Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a loro, incidilo sopra un documento, perché resti per il futuro in testimonianza perenne. Poiché questo è un popolo ribelle. Sono figli bugiardi, figli che non vogliono ascoltare la legge del Signore. Essi dicono ai veggenti: “Non abbiate visioni” e ai profeti: “Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni! Scostatevi dalla retta via, uscite dal sentiero, toglieteci dalla vista il Santo d’Israele”». Pertanto dice il Santo d’Israele: «Poiché voi rigettate questa parola e confidate nella vessazione dei deboli e nella perfidia, ponendole a vostro sostegno, ebbene questa colpa diventerà per voi come una breccia che minaccia di crollare, che sporge su un alto muro, il cui crollo avviene in un attimo, improvvisamente, e s’infrange come un vaso di creta, frantumato senza misericordia, così che non si trova tra i suoi frantumi neppure un coccio con cui si possa prendere fuoco dal braciere o attingere acqua dalla cisterna». Poiché così dice il Signore Dio, il Santo d’Israele: «Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente sta la vostra forza».

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5, 1-11)
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliàti con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

Lettura del Vangelo secondo Matteo (4, 12-17)
Quando il Signore Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino.
Signore, il tuo Spirito di sapienza ispiri la Chiesa perché accompagni il tuo popolo nel cammino costante e paziente di una conversione che matura ogni giorno nella ricerca e nella costruzione di un Regno che non verrà senza il nostro contributo. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Signore Gesù, queste parole dovrebbero essere la solida base su cui costruire ogni comunità di fede, compresa la nostra. Come dice san Paolo, infatti, tutti siamo peccatori e tutti salvati. Aiutaci a riconoscerci tutti fratelli e sorelle, tutti mattoni dell’edificio della nostra chiesa. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente sta la vostra forza.
Signore, proprio nei momenti più bui, quando l’affanno ci assale, chiedi di abbandonarci alla tua volontà che nella Provvidenza agisce e guida la nostra vita. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetataci illusioni!
Signore, combattere per i diritti di tutti, fare ciò che ci chiedi per i più deboli, è spesso faticoso; significa battersi con chi predica l’egoismo, che porta scontri sociali o addirittura, come oggi vediamo, la guerra. Aiutaci a maturare nel discernimento, ascoltando coloro che, con responsabilità e correttezza, ci chiedono sacrifici per le opere giuste. Per questo con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!