A tema, questa domenica, il binomio peccato/perdono, ma insieme la fortissima conferma della divinità di Gesù.
A partire dalle parole stesse del Signore riportate nel vangelo di Marco. “Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?”, si chiedono giustamente gli scribi presenti? E Gesù risponde a tono: “perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati: alzati…”.
Ma quali grandi peccati avrà fatto questo povero paralitico guarito soprattutto grazie alla fede tenace dai suoi quattro amici? Tuttavia, la lettura del libro di Samuele con il duro dialogo fra Davide e il profeta Natan, evidenzia molto bene, guardando al lungo elenco delle numerose e gravissime cadute di re Davide, che la misericordia di Dio nei confronti del peccatore pentito è infinita.
San Paolo, persecutore determinato dei primi cristiani, sa bene cosa vuol dire peccare: del resto il Signore, al momento della conversione, gli chiederà esattamente: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. È stato perdonato e ha personalmente sperimentato nella sua vita la forza straordinaria della presenza viva di Gesù risorto… Quella che gli fa dire: “ho creduto, perciò ho parlato”.
Chissà se anche noi possiamo dire: “crediamo e perciò parliamo”: cioè testimoniamo?…
Lettura del secondo libro di Samuele (12, 1-13)
Il Signore mandò il profeta Natan a Davide, e Natan andò da lui e gli disse: «Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l’altro povero. Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero, mentre il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina, che egli aveva comprato. Essa era vissuta e cresciuta insieme con lui e con i figli, mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Era per lui come una figlia. Un viandante arrivò dall’uomo ricco e questi… prese la pecorella di quell’uomo povero e la servì all’uomo che era venuto da lui». Davide si adirò contro quell’uomo e disse a Natan: «Per la vita del Signore, chi ha fatto questo è degno di morte. Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non averla evitata». Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell’uomo! Così dice il Signore, Dio d’Israele: “Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda… Così dice il Signore: “Ecco, io sto per suscitare contro di te il male dalla tua stessa casa; ». Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai».
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (4, 5b-14)
Fratelli, quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio… rifulse nei nostri cuori… Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale… Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.
Lettura del Vangelo secondo Marco (2, 1-12)
Il Signore Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao,.. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta… Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Ho creduto e perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo.
Signore, Gesù, se dopo due millenni la Chiesa esiste ancora, è perché uomini come san Paolo e come i tuoi discepoli e discepole ti hanno conosciuto, hanno creduto e testimoniato la loro fede, spesso anche a costo della vita. Il tuo Spirito aiuti il nostro Papa e tutta la Chiesa a fare anche oggi con coraggio una testimonianza di fede vissuta. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Fratelli, siamo i vostri servitori a causa di Gesù.
Signore aiuta la nostra Comunità a testimoniare la Parola di Gesù con sincerità profonda, animata da una fede forte e coraggiosa, che ci spinga – come insegna Papa Francesco – a essere diffusori di pace e misericordia tra i nostri fratelli e sorelle. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Ridonami, Signore, la gioia del perdono.
Signore, ciascuno fa esperienza personale del peso del peccato e del dolore che deriva dal tenerlo nascosto! Aiutaci a riflettere sul nostro bisogno di perdono, e a pentirci, per sperimentare la gioia dell’essere perdonati da te. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
In tutto siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati
Signore, ascoltiamo messaggi violenti fatti in nome della pace; vediamo un numero sempre maggiore di persone spinte al limite della sopravvivenza in nome dello sviluppo economico. Eppure, non vogliamo rassegnarci, né farci sopraffare. Dai forza, Signore, alla nostra fede, perché sia per tutti forza di vita e speranza in un futuro di giustizia. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Signore, oggi vogliamo accompagnare con affetto nella preghiera i nostri giovani in partenza per Lisbona. Possa essere per tutti un momento di vera fraternità, esperienza sorgiva anche per altri di una fede vissuta insieme con vera gioia. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!