Letture particolari, questa domenica, tutte giocate fra quella che viene chiamata “l’ira di Dio”, e l’annuncio del suo “regno”. E in mezzo alle due – per noi – come possiamo raffigurarci il volto di Dio, e come possiamo pensare di rapportarci a lui…
Dell’ira di Dio parla esplicitamente san Paolo e la connette alla nostra “disobbedienza”. Anche il brano di Isaia qui citato la sottintende: c’è infatti un “voi” che si comporta male, e chi al contrario segue un Dio sempre “fedele”. Probabilmente sarà sempre così, ma non senza una conclusione diversa. Perché, ci sarà un tempo nel quale Dio creerà “nuovi cieli e nuova terra”. Una e definitiva creazione in cui ci sarà finalmente “gioia” e “gaudio”.
E nell’oggi? Importanti le aggiunte di Gesù: nel momento in cui ci si chiede chi sia e quale sia il suo compito, il Signore da una parte si nega a chi non potrebbe comprendere, ma con i suoi discepoli inizia invece un racconto in cui c’è un “regno di Dio” che dobbiamo annunciare insieme alla “guarigione” del ‘male’ umano variamente inteso…
E il nostro compito è quello di continuare a farlo nella nostra quotidiana. Difficile sì, ma con la “luce” della Parola e con l’accompagnamento dello Spirito.
Lettura del profeta Isaia (65, 13-19)
Così dice il Signore Dio: «Ecco, i miei servi mangeranno e voi avrete fame; ecco, i miei servi berranno e voi avrete sete; ecco, i miei servi gioiranno e voi resterete delusi; ecco, i miei servi giubileranno per la gioia del cuore, voi griderete per il dolore del cuore, urlerete per lo spirito affranto. Lascerete il vostro nome come imprecazione fra i miei eletti: “Così ti faccia morire il Signore Dio”. Ma i miei servi saranno chiamati con un altro nome. Chi vorrà essere benedetto nella terra, vorrà esserlo per il Dio fedele; chi vorrà giurare nella terra, giurerà per il Dio fedele, perché saranno dimenticate le tribolazioni antiche, saranno occultate ai miei occhi. Ecco, infatti, io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare, poiché creo Gerusalemme per la gioia, e il suo popolo per il gaudio. Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo. Non si udranno più in essa voci di pianto, grida di angoscia».
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (5, 6-14)
Fratelli, nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: «Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà».
Lettura del Vangelo secondo Luca (9, 7-11)
Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
In queste parole c’è tutta la missione di Gesù: accogliere, dare speranza, guarire. La tua Chiesa, Signore, illuminata dallo Spirito, continui a portare nel mondo il tuo messaggio d’amore e di pace, per essere in grado di accogliere e guarire nell’animo quanti sono alla ricerca di te. Per questo ti preghiamo…Ascoltaci, Padre buono!
Cercate di capire ciò che è gradito al Signore.
Signore, la nostra Comunità legge e medita con frequenza la tua Parola eppure, a volte, è ancora smarrita di fronte a un futuro che sembra alla deriva. Aiutala a vivere una speranza salda, per testimoniare nel quotidiano il proprio essere di Cristo, attraverso opere degne dei figli di Dio. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Svegliati, tu che dormi, e Cristo ti illuminerà.
Signore, il tuo richiamo fa riflettere sul nostro personale cammino spirituale, e ci incoraggia a cercare la tua “luce”: quella trasformazione interiore che ci permetterà di impegnarci per la giustizia, la verità e l’amore. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Nessuno vi inganni con parole vuote.
Signore, di fronte a una politica che cerca solo un consenso fine a sé stesso, privo di spirito di servizio, i cristiani sappiano promuovere una cultura nuova, solida e duratura, che sia riferimento forte per tutti coloro che credono, con papa Paolo VI, che la politica debba essere la più alta forma di carità. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Giorni di festa, questi, per P. Lidio, e con molti motivi per ringraziare il Signore. Per un “sì” detto tanti anni fa, seguito da 50 anni vissuti come testimonianza missionaria incarnata in modi diversi. E qui, per la prima volta, in una parrocchia molto milanese e cittadina… Grazie, P. Lidio per averci richiamati ad accorgerci delle fragilità così numerose intorno a noi. Grazie per le celebrazioni ed omelie che cercano di farci vivere la bellezza di sentirsi comunità di fede e di vita: il coro, i bimbi del Padre nostro sull’altare, i ragazzi dell’iniziazione, le tante belle famiglie, i nostri cari anziani…
Grazie per esserci ancora, perché sei sempre capace di richiamarci, nonostante tutto, alla virtù cristiana della speranza, così da tornare a casa con un cuore ogni volta un po’ più caldo! Sarai certo prezioso anche nel nuovo e delicato servizio cui sei stato chiamato. Ecco: noi ti accompagniamo con una preghiera che sarà sempre costante, affettuosa: e grata… E tu: ascoltaci, Padre buono!