3 ottobre – Quinta Domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore

Il vangelo di questa domenica ci mette davanti a una domanda cruciale: come fare ad avere “la vita eterna”? In fondo, è la domanda che si fa ogni fedele che crede nella risurrezione: di Gesù e nostra… Domanda complessa, specialmente per un ebreo tenuto a una serie di “comandi, leggi e norme” e di “precetti” molto vincolanti come recita il brano del Deuteronomio.

San Paolo, al solito, da ebreo convertito, insiste molto sulla contrapposizione fra “Legge” (cioè i comandamenti), e la ‘nuova legge’ dell’amore, della tolleranza, dell’accoglienza, della giustizia, della mitezza (le beatitudini) vissuta da Gesù e resa possibile a noi grazie al suo Spirito.

In realtà, la risposta di questo “dottore della Legge” a Gesù è corretta, e mostra che, anche nell’orizzonte ebraico, la sintesi di tutta la legge e di tutti i possibili comandamenti era già chiarissima: “amerai il Signore Dio tuo, con tutto il tuo cuore (Deuteronomio, qui)”, ma anche “e il tuo prossimo come te stesso” (Levitico 19, 18).

Il vero problema, insegna la parabola di Gesù, è piuttosto vivere tutto questo. Troppo facile, anche oggi, chiedersi dove sia questa gente da aiutare, magari così lontana: e cosa potrei poi fare? O troppo vicina: che impiccia, che ci farebbe perdere tempo, che ci ‘sporcherebbe’, come hanno pensato il sacerdote e il levita che -sì- per vedere hanno visto, poi hanno tirato dritto.

Come il nostro Papa ci richiama continuamente: non voltiamo anche noi la testa dall’altra parte! Cerchiamo invece di fermare lo sguardo per poter “aver compassione”…


Letture sul sito della Diocesi: www.chiesadimilano.it/?p=468971

Lettura del libro del Deuteronomio (6, 1-9)
Mosè disse: «Questi sono i comandi, le leggi e le norme che il Signore, vostro Dio, ha ordinato di insegnarvi, perché li mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso; perché tu tema il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni. Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte».

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (13, 8-14a)
Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità. E questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.

Lettura del Vangelo secondo Luca (10, 25-37)
Un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova il Signore Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Maestro che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?
Nel vangelo di oggi, la figura del samaritano ci invita a essere attenti a chi è in difficoltà. Guidata da Papa Francesco e sostenuta dal tuo Spirito, la Chiesa ci ricordi, Signore, che siamo chiamati a vivere come Gesù ci ha insegnato a fare: chinandosi su di noi, perché anche noi possiamo amare come lui ci ha amato. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Qualsiasi comandamento si ricapitola in questa parola: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”.
Oggi ti chiediamo, Signore, che nella nostra Comunità, prima di ogni critica e rancore, possa vibrare innanzitutto il cuore. Perché, con questa capacità di ‘accoglienza’, ognuno possa veramente esprimere al meglio i suoi talenti al servizio di tutti. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

E chi è il mio prossimo?
Aiutaci, Signore, a non “passare oltre” davanti a chi è in difficoltà avendo in mente solo i propri interessi, ma a “vedere” davvero i problemi degli altri con la compassione e l’amore di chi sa prendersi cura dei loro bisogni. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua.
Signore, nei nostri oratori vogliamo prenderci cura delle ragazze e dei ragazzi che iniziano la strada della vita. Fa che imparino ad aprire il loro cuore a una confidenza filiale con Gesù, e a fissare nella mente quella Parola che sola potrà dare loro un vero percorso di crescita, personale e spirituale. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!