3 novembre – Seconda Domenica dopo la Dedicazione

La partecipazione delle genti alla salvezza

Una domenica, questa, che ci parla di un orizzonte di salvezza dilatato fino a “tutte le genti”. Per Dio, infatti, non ci sono e non ci devono essere esclusioni di sorta. Né per le origini né per lo stato di vita. E la sua “casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli” (Isaia) in cui, “avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù”, tutti sono “concittadini dei santi e familiari di Dio” (Paolo).

Tutti sì, ma non senza la nostra volontà di accogliere questo abbraccio. Ugualmente non senza la nostra adesione, non senza ‘comprometterci’, aderendo all’invito che da sempre Dio fa a “cenare” con Lui.

Il che però vuol dire mettere da parte le scelte che ci impediscono di fare della sua Parola la vera e sola guida della nostra esistenza. E anche perché il nostro ‘posto’ al banchetto possa non essere preso da altri…


Lettura del profeta Isaia (56, 3-79)
Isaia disse: «Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: “Certo, mi escluderà il Signore dal suo popolo!”. Non dica l’eunuco: “Ecco, io sono un albero secco!”. Poiché così dice il Signore: “Agli eunuchi che osservano i miei sabati… Io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un monumento e un nome più prezioso che figli e figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore… li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”».

Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (2, 11-22)
Fratelli, ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perché resi tali nella carne per mano d’uomo, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola… Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo… Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

Lettura del Vangelo secondo Luca (14, 1a. 15-24)
Un sabato il Signore Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei. Uno dei commensali gli disse: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

La mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli.
Signore, fa’ che la Chiesa sappia ascoltare gli inviti di Papa Francesco ad aprirsi, accogliere, a non alzare muri e steccati. Fa’ che ricordi a ognuno di noi che tutti siamo invitati a partecipare alla costruzione del Regno: in cui nessuno è primo e nessuno deve sentirsi escluso. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Signore, è stato fatto come hai detto, ma c’è ancora posto…
Per la nostra Comunità, Signore, ti chiediamo un cuore aperto, capace di accogliere tutti quelli che chiami alla tua festa, perché possiamo scoprire il tuo amore che salva, e vivere pienamente la vita che doni a ciascuno di noi. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Il Signore si rivela a chi lo teme…
Insegnaci, Signore, a seguirti non con timore, ma al contrario con la più profonda devozione e fiducia, sapendo che ti fai conoscere da chi ti cerca con sincerità. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Chi potrà salire il monte del Signore ? Chi ha mani innocenti e cuore puro
Solo tu, Signore, può aiutarci in questo tempo di guerre, inimicizie personali, disastri provocati dalle azioni di chi non ha scrupoli. Perché ciascuno in ogni ambito sappia riconoscere le proprie responsabilità e fare in modo che nessun progetto e azioni possa far del male a qualcun altro, con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!