3 aprile – Quinta Domenica di Quaresima, di Lazzaro

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L’ultima domenica di Quaresima – alla prossima saremo già alle Palme – è tutta giocata sul contrasto vita/morte, e parallelamente dedicata però alla “gloria di Dio”. Dio che possiamo contemplare, come sottolinea san Paolo, nella “creazione del mondo”, il che ci aiuta a non perderci in “vani ragionamenti” che rendono “ottenebrata” (senza luce) la mente.

Dio la cui presenza ognuno di noi può – e deve – ritrovare nella propria storia: personale ma anche come comunità di fede (Deuteronomio).

“Gloria di Dio” che Gesù svela nella malattia di Lazzaro richiamato alla vita. E sarà così anche alla fine della nostra esistenza. Ma questo vale anche alla vita spirituale, e per tutti. La lunga narrazione di Giovanni richiama infatti molti spunti che valgono per ogni epoca storica, e dunque anche per noi oggi. Innanzitutto Dio è sempre il Dio della Vita: non è lui che vuole la malattia e la morte. Gesù stesso, Dio incarnato, si commuove tanto da “piangere” senza ritegno, in pubblico, davanti alla perdita dell’amico.

Eppure – che ‘mistero’… – ha ‘voluto’ aspettare. “Se tu fossi stato qui…”, e ancora: “Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?”. Quante volte nei momenti più bui – anche collettivi come oggi in una guerra che non accenna a finire- pensiamo anche  noi che Dio sembra essere assente, come se ci avesse abbandonato

In gioco c’è sempre, però, la domanda cruciale: “credi tu questo?”. Occorre guardare “oltre”, “fidarsi” e “affidarsi”: e il Signore Gesù saprà tirar fuori anche noi da tutto ciò che pare farci paura, che ci condiziona, ci irrigidisce, ci toglie la speranza, a volte anche la voglia di vivere: “vieni fuori”, libero, senza tutti i lacci e i vincoli che ti “legano” come bende mortuarie!


Lettura del libro del Deuteronomio (6, 4a; 26, 5-11)
Mosè disse: «Ascolta, Israele: tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione… Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio. Gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore, tuo Dio, avrà dato a te e alla tua famiglia».

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (1, 18-23a)
Fratelli, l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti… la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (11, 1-53)
Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato… Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù… rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose…: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui… Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro…  Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro… disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, si alzò subito e andò da lui… Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta…: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare». Molti dei Giudei… alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Gesù doveva morire per riunire i figli di Dio che erano dispersi.
Queste parole ci indicano l’orizzonte universale della missione di Gesù, che continua oggi nella tua Chiesa. Sostienila, Signore, perché non si stanchi mai di cercare e trovare vie di dialogo e di pace per portare comunione e unità tra tutti i tuoi figli. Per questo ti preghiamo… Risana, Signore, i nostri cuori!

Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti
Signore, aiuta la nostra Comunità a vivere in modo coerente la tua Parola, per imparare ad approfondire il senso delle cose, scegliere ciò che conta davvero,  ringraziare per il bene che si riceve, e per quello che si può sempre donare. Per questo ti preghiamo… Risana, Signore, i nostri cuori!

Gesù scoppiò in pianto.
Oggi Gesù, davanti alle tragedie cui assistiamo, piange per tutti: anche per noi, spettatori lontani di tanto Male. Aiutaci Signore a togliere tutte le pietre che ci soffocano e a liberarci dalle ‘bende’ che ci allontanano dalla misericordia e dalla pace. Per questo ti preghiamo… Risana, Signore, i nostri cuori!

L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia degli uomini.
Noi sappiamo, Signore, che la tua misericordia è infinita, ma non possiamo continuare a sfidare la tua giustizia, usando la libertà che ci hai donato per compiere il male: non solo nella guerra, che uccide fisicamente, ma anche nell’indifferenza, che abbandona al proprio destino chi ci chiede aiuto. Aiutaci a non dimenticare mai che è solo compiendo il bene che si vince il male. Per questo con tutto il cuore ti preghiamo… Risana, Signore, i nostri cuori!