29 dicembre – Domenica nell’Ottava del Natale del Signore

Cristo Verbo e Sapienza di Dio

Le letture di questa domenica ci fanno presto dimenticare l’immagine di Gesù come un qualunque neonato, sottolineando tutte tre con forza la sostanza divina della seconda figura della Trinità come “primogenito di tutta la creazione” e contemporaneamente come “sapienza di Dio”: Colui che “è prima di tutte le cose”, ma anche tale che “tutte in lui sussistono” (Paolo).

Esattamente come chi nella meraviglia della Creazione “era con lui come artefice”, e come chi “giocava sul globo terrestre”. Una immagine che richiama direttamente Genesi: “in principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque”…

Immagine straordinaria davvero che fa pensare una volta di più al ‘mistero’ di questo Dio divenuto uomo per Amore, ben sapendo che il rischio di non essere riconosciuto era molto grande. Ma sapendo anche che chi lo avesse accolto avrebbe così potuto diventare “figlio di Dio”.

Parole da meditare davvero molto molto seriamente oggi, in un sincero esame sulla nostra fede…


Lettura del libro dei Proverbi (8, 22-31)
La Sapienza grida: «Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata… Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso, quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso, quando stabiliva al mare i suoi limiti… quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».

Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (1, 13b. 15-20)
Fratelli, il Figlio del suo amore è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (1, 1-14)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Signore, nel giorno dell’apertura della porta del giubileo a Milano, la nostra Chiesa sappia diffondere e far comprendere il senso profondo della venuta di Cristo nel mondo: cosa difficile, e tuttavia facile da amare se impariamo a guardare la realtà che ci circonda con gli occhi stessi di Gesù. E per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

A quanti lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio.
Signore, meditando su queste parole, la nostra Comunità comprenda che diventare figli di Dio vuol dire corrispondere al tuo dono d’amore accogliendoci a vicenda, vedendo e servendo Cristo negli altri, e soprattutto nei più piccoli e fragili. Per questo ti preghiamo…Ascoltaci, Signore!

Beato chi in lui si rifugia.
Ciascuno di noi ha proprio bisogno di te, Signore, nelle nostre gioie come nelle nostre fatiche. Proteggici sempre dal male e guidaci sulla via della giustizia e della pace. Per questo ti preghiamo…Ascoltaci, Signore!

E ora siate saggi, sovrani… servite il Signore con timore.
Illumina, Signore, i governanti e quanti detengono poteri tali da poter decidere delle sorti del mondo a stare dalla parte di chi è povero e debole e combattere la prepotenza attraverso il dialogo e il buon uso delle risorse, per realizzare la crescita e l’uguaglianza tra i popoli. E per questo con speranza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!