22 maggio – Sesta Domenica di Pasqua

Iniziamo dal vangelo. Gesù sta vivendo gli ultimi momenti con i suoi discepoli. Li prepara alla dura prova attraverso cui egli passerà: ma che sconvolgerà anche le loro vite. E li consola: il dolore della separazione, il dramma della Passione lascerà però spazio alla gioia di saperlo per sempre vicino… Perché Gesù ha spalancato per noi l’orizzonte di una vita senza fine.

E questo sarà chiaro soprattutto quando sarà dato loro lo Spirito: la nuova modalità della presenza di Dio ovunque, per sempre, per tutti… Questo fine settimana, nella nostra comunità lo Spirito del Signore soffierà molto forte: i nostri ragazzi e ragazze saranno infatti cresimati! E, come tali, rinnoveranno personalmente le promesse fatte da genitori e padrini al momento del battesimo… Sarà l’inizio di una vita di fede che dovrà poi crescere e divenire adulta nella comunità. Ma sempre con l’aiuto dello Spirito. San Paolo lo dice molto bene nella lettera agli Ebrei: con Gesù abbiamo acquistato al nostro fianco il suo Spirito, “garante di un’alleanza” eterna.

Con la cresima, inizierà anche, un poco alla volta, la consapevolezza di una ‘vocazione’: una ‘chiamata’. La lettura di Atti racconta quella, specialissima, di san Paolo stesso. Ebreo osservante, ligio alla tradizione, tanto da diventare persecutore dei seguaci di Gesù. Ma cui capita di incontrare il Signore proprio mentre pensava di trascinare a Gerusalemme questi ‘traditori’ della Legge. Tutta la sua vita cambierà da quell’incontro inatteso e straordinario, ferito da una luce che toglie la vista per ridargliela in modo diverso.  E verrà inviato “lontano” a parlare a tutti di questo Gesù, sino a dare la vita per lui.

Una storia particolare e personalissima. Tuttavia, ogni vita ha una sua “chiamata”, perché ognuno di noi ha dei ‘talenti’, qualità che devono crescere: per noi stessi, ma anche per essere messi al servizio di altri… E questo vale per i cresimandi che accompagneremo, ma anche per tutti noi, qualunque sia la nostra età!


Lettura degli Atti degli Apostoli (21, 40b – 22, 22)
Paolo si rivolse loro ad alta voce in lingua ebraica, dicendo: «Fratelli e padri, ascoltate ora la mia difesa davanti a voi». Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero ancora più silenzio. Ed egli continuò: «Io sono Giudeo, nato a Tarso in Cilicia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nell’osservanza scrupolosa della fede dei Padri… Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne… Avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme… perché fossero puniti. Mentre… mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Io risposi: “Chi sei, o Signore?”. Mi disse: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti”…“Che devo fare, Signore?”. E il Signore mi disse: “Alzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia”. E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco. Un certo Anania… venne da me… e disse: “Saulo, fratello, torna a vedere!”. E in quell’istante lo vidi. Egli soggiunse: “Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. E ora, perché aspetti? Alzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome”. Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi e vidi lui che mi diceva: “Affrettati ed esci presto da Gerusalemme”… E io dissi: “Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nelle sinagoghe quelli che credevano in te; e quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anche io ero presente e approvavo, e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano”. Ma egli mi disse: “Va’, perché io ti manderò lontano, alle nazioni”». Fino a queste parole erano stati ad ascoltarlo, ma a questo punto alzarono la voce gridando: «Togli di mezzo costui; non deve più vivere!».

Lettera agli Ebrei (7, 17-26)
Fratelli, a Cristo è resa questa testimonianza: «Tu sei sacerdote per sempre secondo l’ordine di Melchisedek». Si ha così l’abrogazione di un ordinamento precedente a causa della sua debolezza e inutilità… e ciò non avvenne senza giuramento. Quelli infatti diventavano sacerdoti senza giuramento; costui al contrario con il giuramento di colui che gli dice: «Il Signore ha giurato e non si pentirà: tu sei sacerdote per sempre». Per questo Gesù è diventato garante di un’alleanza migliore. Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore. Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (16, 12-22)
Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà… Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Va’, perché io ti manderò lontano alle nazioni.
Signore, hai indicato a Paolo questo nuovo orizzonte nel mondo, che era in realtà rivolto alla Chiesa che stava per nascere. Oggi vive momenti difficili e tribolati e ha più che mai bisogno di ascoltare la voce dello Spirito per saper parlare di misericordia e di accoglienza a ogni donna e ogni uomo, in qualsiasi angolo del mondo. Per questo ti preghiamo… Manda il tuo Spirito, Signore!

Quando verrà lui, lo Spirito, vi guiderà a tutta la verità.
Signore, la nostra comunità unita in preghiera al vescovo Giuseppe che con la cresima, confermerà i nostri ragazzi nella fede, invochi su di loro lo Spirito di verità che hai annunciato nel cenacolo ai tuoi discepoli. Non smetta mai di soffiare nei loro cuori per accompagnarli e sostenerli nella loro crescita di testimoni del tuo Vangelo. Per questo ti preghiamo… Manda il tuo Spirito, Signore!

Che devo fare, Signore?
La domanda di Paolo, Signore, è spesso anche la nostra quando ci interroghiamo sul senso della nostra vita e della nostra testimonianza. Il tuo Spirito ci aiuti a sentirti vicino, perché un rapporto disinteressato con gli altri diventi la forma del nostro incontro con Gesù risorto e vivo. Per questo ti preghiamo… Manda il tuo Spirito, Signore!

Si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza a tutte le genti.
La fede nel tuo Amore sia guida, Signore, nel cammino dell’umanità, perché tutti possano riconoscersi fratelli e sorelle, pronti all’ascolto, e a quel sostegno reciproco che genera armonia e pace. Per questo ti preghiamo… Manda il tuo Spirito, Signore!