20 febbraio – Penultima Domenica dopo l’Epifania, della Divina Clemenza

Questa domenica le letture proposte ci fanno riflettere sulla grande misericordia con la quale Dio guarda da sempre all’umanità. Il profeta Daniele usa parole dure e forti per indicare la ricaduta del peccato degli uomini e del loro egoismo: distruzioni, crudeltà, morte… E’ quello che potremmo dire del nostro mondo spaziando nelle diverse parti del globo: Afganistan, Yemen, Palestina, Libano, Siria, molta parte dell’Africa… e oggi persino Ucraina. Eppure il fedele ‘crede’ che Dio è in sé ‘misericordia’ e dunque quasi ‘obbligato’ per definizione al perdono: “per amore di se stesso”, per non smentirsi.

San Paolo lo ripete pensando alla sua esperienza personale di “bestemmiatore, persecutore e  violento”, che è stato non solo perdonato, ma scelto come missionario per il mondo pagano – e dunque per l’espansione vera del cristianesimo – per diventare “esempio di quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna” e annunciare che “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori”.

E Gesù lo ridice a noi così bene: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. 

Una riflessione per noi, che deve aiutarci a guardare alla nostra vita con sincerità, prendere visione dei nostri grandi limiti, e metterci in ginocchio davanti al Signore


Lettura del profeta Daniele (9, 15-19)
Daniele pregò il Signore dicendo: «Signore, nostro Dio… noi abbiamo peccato, abbiamo agito da empi. Signore, secondo la tua giustizia, si plachi la tua ira e il tuo sdegno verso Gerusalemme, tua città, tuo monte santo, poiché per i nostri peccati e per l’iniquità dei nostri padri Gerusalemme e il tuo popolo sono oggetto di vituperio presso tutti i nostri vicini. Ora ascolta, nostro Dio, la preghiera del tuo servo e le sue suppliche… Porgi l’orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli occhi e guarda le nostre distruzioni e la città sulla quale è stato invocato il tuo nome! Noi presentiamo le nostre suppliche davanti a te, confidando non sulla nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia. Signore, ascolta! Signore, perdona! Signore, guarda e agisci senza indugio, per amore di te stesso, mio Dio, poiché il tuo nome è stato invocato sulla tua città e sul tuo popolo».

Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (1, 12-17)
Carissimo, rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Lettura del Vangelo secondo Marco (2, 13-17)
Il Signore Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
Signore, la Chiesa non dimentichi mai questa tua Parola, perché sappia accogliere, ascoltare, e vivere in piena attenzione verso chiunque si sente escluso. E sappia uscire, come Papa Francesco ci raccomanda, incontro a un mondo che pare averti dimenticato. Per questo ti preghiamo… Donaci, Signore, la tua misericordia!

Noi presentiamo le nostre suppliche davanti a te, confidando nella tua grande misericordia.
Signore Gesù, aiuta la nostra Comunità ad agire sempre secondo la tua misericordia, per costruire, tra noi e intorno a noi legami di pace e di carità. Per questo ti preghiamo… Donaci, Signore, la tua misericordia!

… gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì.
Signore Gesù, Levi è trasformato dall’incontro con te. Dona a quanti – uomini e donne – ascoltando la tua voce decidono di rispondere alla tua chiamata, la forza e la perseveranza di non voltarsi mai indietro, e mettere la loro vita al servizio tuo e dei fratelli. Per questo ti preghiamo… Donaci, Signore, la tua misericordia!

“Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza”.
Le parole dell’apostolo dalla vita difficile e poi convertito – Paolo – rivelano l’immensa gratitudine verso il Signore che l’ha trasformato in strumento della sua grazia. Signore Gesù, rendici anche oggi degni di essere presi “al tuo servizio”. E per questo ti preghiamo… Donaci, Signore, la tua misericordia!