19 febbraio – Ultima Domenica dopo l’Epifania, “del perdono”

Molto giusta la definizione di domenica ‘del perdono’, in particolare per il notissimo brano del vangelo di Luca, un racconto di Gesù che ci fa comprendere perfettamente la profondità, la delicatezza, e la testarda perseveranza con la quale Dio vigila anche da lontano su di noi, ci segue, ci accompagna, spesso addirittura ci precede… e fa festa ogni volta che siamo capaci di “alzarci” e tornare da lui… 

Il Signore della Misericordia al quale Gesù, Dio incarnato proprio per svelarci questo Padre, ci ha condotto perché come dice san Paolo, possiamo camminare “secondo lo Spirito” liberati dal “peccato” e dalla “morte”.

Ma ancora più impressionante le parole messe dal profeta Osea nella bocca del Dio dell’Antico Testamento, così spesso descritto come un Dio guerriero e vendicativo. Un Dio al contrario ‘innamorato’ delle sue creature, un Dio che usa parole sponsali per descrivere umanamente il legame profondo di amore che lo lega a questa umanità sempre sfuggente e disposta a seguire il primo idolo che incontra. Un Dio capace di ‘soffrire’ per amore, e sempre però fedele e desideroso di “sedurci” per poterci salvarei


Lettura del profeta Osea( 1, 9a; 2, 7a.b-10. 16-18. 21-22)
Il Signore disse a Osea: «La loro madre ha detto: “Seguirò i miei amanti, che mi danno il mio pane e la mia acqua, la mia lana, il mio lino, il mio olio e le mie bevande”. Perciò ecco, ti chiuderò la strada con spine, la sbarrerò con barriere e non ritroverà i suoi sentieri. Inseguirà i suoi amanti, ma non li raggiungerà, li cercherà senza trovarli. Allora dirà: “Ritornerò al mio marito di prima, perché stavo meglio di adesso”…Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore… Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – mi chiamerai: “Marito mio”, e non mi chiamerai più: “Baal, mio padrone”. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore».

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8, 1-4)
Fratelli, non c’è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Perché la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Infatti ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito.

Lettura del Vangelo secondo Luca (15, 11-32)
Il Signore Gesù disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre… Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa…”. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando… ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».


Preghiera dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide ed ebbe compassione.
Ti preghiamo, Signore, per la Chiesa. Guidata da papa Francesco, continui a ricordarci sempre che avere lo sguardo misericordioso di Dio vuol dire aprire porte, accogliere e accompagnare i fratelli che si sono persi, ma anche quelli che gli sono stati fedeli perché tutti possiamo sentirci figli amati. Per questo ti preghiamo… Donaci, Signore, la tua misericordia!

Bisogna far festa e rallegrarsi.
Signore, non vogliamo limitare la nostra fede alla sola obbedienza, ma comprendere a fondo il senso di camminare seguendo i tuoi insegnamenti. Per questo la nostra Comunità vuole vivere la propria fede nella prospettiva dell’essere discepoli responsabili, ma sereni, chiamati a testimoniare la gioia di seguirti. Per questo ti preghiamo… Donaci, Signore, la tua misericordia!

Si alzò e tornò da suo padre.
Il cammino di conversione parte sempre da “un paese” lontano e ostile, e solo la tua vicinanza, Signore Gesù, insieme con la presenza dello Spirito, ci dona il coraggio di rivedere profondamente la nostra storia personale, per tornare con fiducia alla casa del Padre. Per questo ti preghiamo… Donaci, Signore, la tua misericordia!

Trasformerò la valle di Acor in porta di speranza.
Il profeta Osea descrive un clima analogo a quello dei nostri giorni: egoismi, divisioni, ferite ambientali, guerra, dolore innocente. Signore aiuta l’umanità a comprendere che solo il tuo amore gratuito e appassionato per l’umanità può sanare le terribili ferite che vediamo ogni giorno, e ridare a tutti la speranza di un futuro nel quale il mondo ritrovi verità, giustizia, e pace. Perché possiamo affidarci a te e convertirci, preghiamo… Donaci, Signore, la tua misericordia!