18 luglio – Ottava Domenica dopo Pentecoste

Questa domenica siamo chiamati a riflettere al nostro rapporto personale e profondo con Dio, e allo stile della nostra testimonianza.  Le due prime letture ne parlano con una modalità resa diversa da contesti molto lontani, ma capaci di parlarci anche oggi. La prima richiama il tempo in cui il ricordo dell’intervento di Dio a favore del suo popolo (la ‘liberazione’ dalla schiavitù in Egitto) finirà via via per appannarsi fino a essere del tutto dimenticato. La ricaduta è il rendere ‘culto’ non più a Dio ma ai tanti ‘dei’ che anche oggi ci rendono ‘servi’: ambizione al primo posto, potere e prestigio personale, denaro, vita comoda. 

Non è questa, in fondo, la ‘schiavitù’ dei nostri giorni? Dimenticare che pure il nostro rapporto con Dio ha una sua ‘storia’ positiva nel vortice dei tanti impegni che ci impediscono anche quel momento di silenzio in cui poterlo sentire di nuovamente vicino?

Ma c’è anche un altro modo di ‘tradire’ il Signore, quello di ‘annunciarlo’ in modo scorretto, piegando la Parola per il proprio potere: è questa l’adulazione e la cupidigia di cui parla Paolo. Soprattutto quando si tratta di importanti responsabilità pastorali, con la ricaduta di non di far crescere i propri fedeli come farebbe un padre o una madre. E, in questo, l’autentico modello è sempre Gesù: il “Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

Tuttavia, è così anche per ciascuno di noi, dal Papa all’ultimo dei credenti: perchè per noi “potere” non può che essere sinonimo di “servizio”. Gesù sa benissimo che chi ha potere -da sempre- lo usa per dominare e opprimere. “Tra voi però non è così”! Teniamolo presente a ogni livello della nostra vita, dei nostri compiti, delle nostre relazioni. Tra noi lo stile deve essere quello di un vero “servizio”, disinteressato, attento, accogliente: e inclusivo perché capace di serenità… Perché anche questo è un importante modo di annunciare  il Signore!


Lettura del libro dei Giudici (2, 6-17)
Quando Giosuè ebbe congedato il popolo, gli Israeliti se ne andarono, ciascuno nella sua eredità, a prendere in possesso la terra. Il popolo servì il Signore durante tutta la vita di Giosuè edegli anziani che sopravvissero a Giosuè e che avevano visto tutte le grandi opere che il Signore aveva fatto in favore d’Israele… Dopo [questa generazione] ne sorse un’altra, che non aveva conosciuto il Signore, né l’opera che aveva compiuto in favore d’Israele. Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore… abbandonarono il Signore, Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, e seguirono altri dèi dei popoli circostanti… Allora si accese l’ira del Signore contro Israele… Il Signore fece sorgere dei giudici… Ma neppure ai loro giudici davano ascolto, anzi si prostituivano ad altri dèi e si prostravano davanti a loro.

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi (2, 1-2. 4-12)
Voi stessi, fratelli, sapete bene che… dopo avere sofferto e subìto oltraggi a Filippi abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. Come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio… Mai abbiamo usato parole di adulazione, né abbiamo avuto intenzioni di cupidigia… siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli… e avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita,.. Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio…e, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.

Lettura del Vangelo secondo Marco (10, 35-45)
Si avvicinarono al Signore Gesù Giacomo e Giovanni dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo…». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il Vangelo…
Signore, quante volte, nella storia della nostra fede, annunciare la Buona Notizia del vangelo è stato difficile: e lo è tuttora, come i troppi martiri attuali dimostrano. È difficile, però, anche quando, come dice san Paolo, la tentazione è quella di ’tradire’ la Parola piegandola ai propri interessi… Aiuta la tua Chiesa a trovare sempre il “coraggio” di pronunciare Parole di libertà e di speranza per tutti! Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Chi vuole diventare grande tra voi sarà il vostro servitore.
“Tra voi non sia così”, ci dice Gesù. Signore, la nostra Comunità non dimentichi mai questo ammonimento, perché farlo significherebbe abbandonare l’impegno di servizio agli altri: che è il segno distintivo della nostra fede, e del nostro impegno alla sequela di Cristo. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Che cosa volete che io faccia per voi? 
Talvolta, Signore, cediamo alle logiche di potere e ti chiediamo di rispondere in realtà ai nostri desideri. In queste circostanze, quando facciamo fatica a vedere il volto sofferente del fratello, donaci un cuore sempre pronto al servizio. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Dopo quella generazione ne sorse un’altra che non aveva conosciuto il Signore…
Signore, quanto è grande la responsabilità di trasmettere la tua Parola a chi viene dopo di noi. Ti chiediamo coraggio della fede, trasparenza nella nostra vita, e desiderio di unità, perché in essi si possano scoprire, con chiarezza, i riflessi del tuo amore. Per questo ti preghiamo…Ascoltaci, Signore!