18 giugno – Terza Domenica dopo Pentecoste

Questa domenica la riflessione che la liturgia ci propone riguarda un tema che viviamo, personalmente e non, ogni giorno: il peccato (trasgressione) e la grazia (perdono, salvezza).

Sin dall’inizio, dalla creazione (Genesi). Tutto pare bellissimo e positivo. Ma c’è un problema che si pone immediatamente: quello della libertà di scegliere anche il male. E conoscerlo e sceglierlo porta inevitabilmente al peccato (che significa errore, sbaglio).

Finisce tutto così, dunque? Interviene molto presto la chiesa (san Paolo). Infinite sono nella storia dell’umanità le “cadute”, dato che “tutti hanno peccato”.  Ma agisce anche, e potentemente, la “grazia”, termine che ha a che fare con l’essere “grati”: in latino vuol dire esser caro, amato. A fronte degli infiniti sbagli dell’umanità, Dio ha risposto con un perdono che “si è riversato in abbondanza su tutti”. Giustificandoci: in altre parole, rendendoci “giusti” agli occhi del Padre.

Questo è stato appunto il dono della nascita morte e risurrezione che Gesù stesso spiega a Nicodemo, un personaggio importante che, all’inizio, andava da lui per conoscerlo: ma di notte, per non esporsi. Poi sappiamo che diventerà un discepolo fidato, tanto da occuparsi della sua sepoltura. È il compito di un Dio che ha accettato di ‘incarnarsi’ nel mondo, con tutto il significato negativo del termine, non per condannarlo “ma perché il mondo sia salvato”. E c’è un solo modo per seguirlo: agire operando concretamente nella vita alla “luce” della sua Parola.


Lettura del libro della Genesi (2, 4b-17)

Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo… il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. …Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire».

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5, 12-17)

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato… Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (3, 16-21)

Il Signore Gesù disse a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce… Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato.
Signore hai posto l’uomo nel mondo libero di scegliere, e di fronte alla scelta del peccato, hai mandato tuo Figlio non a condannarci, ma a morire per la nostra redenzione. Eppure, ogni giorno, intorno a noi, il peccato è ancora la nostra scelta. Aiutaci a vedere il vero disegno che hai scritto per noi e ad aprire il cuore alla Speranza. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Chi fa la verità viene verso la luce.
Questo andare verso la luce, Signore, ci chiede di fare verità in noi stessi. Perché la nostra Comunità sappia riconoscere le proprie fragilità, unirle alle capacità di ciascuno, e viverle con semplicità e chiarezza, per render visibile intorno a sè la potenza del tuo amore, ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

ll dono di grazia è per la giustificazione.
Signore Gesù, il tuo Spirito aiuti la nostra povera fede per credere in te, ricevere il dono della tua grazia, ed essere così accolti e perdonati. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Il Signore Dio, prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
La salvaguardia del creato, inizia da se stessi, ricorda spesso papa Francesco. Ti preghiamo Signore, perché tutti, uomini e donne, ricordino che il mondo ci è stato ‘affidato’ e che è ‘responsabilità’ di ognuno custodirlo, pensando anche alle nuove generazioni, e salvare così per il futuro affetti, amicizie, giustizia e pace. Per questo particolarmente ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Il peccato è entrato nel mondo, e, con il peccato, la morte…
Signore Gesù, potrai ancora perdonare un mondo tanto accecato dall’egoismo da essere capace di rinchiudere in una stiva 100 bambini e condannare alla morte in un sol colpo 600 persone che cercano solo di poter vivere?… ma noi osiamo ancora pregarti così…Ascoltaci, Padre buono!