17 novembre – Prima Domenica di Avvento

La venuta del Signore

Avvento, attesa per la venuta di un Dio incarnato per amore. Contemporaneamente però la Chiesa ci ricorda che il mondo che conosciamo e in cui viviamo non durerà per sempre. E che questa fine sarà drammatica, dolorosa, e coinvolgerà l’intero Universo. Un evento che Isaia, nella prima lettura, non esita a collegare strettamente alla permanenza senza fine del Male nella Creazione.

Come ‘convivere’ dunque con un Male che sentiamo così presente anche oggi, e davanti al quale noi stessi ci chiediamo come comportarci e come reagire? Lo spiega bene san Paolo. Seguendo le orme di Gesù: “fatevi imitatori di Dio… camminate nella carità, comportatevi come figli della luce… il (cui) frutto consiste in ogni bontà, giustizia e verità… cercate di capire ciò che è gradito al Signore”.

E allora, il Signore stesso lo aggiunge, “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto… e con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. Solo così, confidando nella sua Parola e nella sua presenza, si potrà nonostante tutto andare avanti e anzi riuscire a “risollevarci e alzare il capo”.

Come dice il Papa e il nostro Vescovo, facciamoci dunque -sempre con l’aiuto dello Spirito- “pellegrini di speranza”…


Lettura del profeta Isaia (13, 4-11)
Isaia disse: «Frastuono di folla sui monti, simile a quello di un popolo immenso… Il Signore degli eserciti passa in rassegna un esercito di guerra… perché è vicino il giorno del Signore; esso viene come una devastazione da parte dell’Onnipotente. Perciò tutte le mani sono fiacche, ogni cuore d’uomo viene meno. Sono costernati. Spasimi e dolori li prendono, si contorcono come una partoriente. Ognuno osserva sgomento il suo vicino: i loro volti sono volti di fiamma. Ecco, il giorno del Signore arriva implacabile, con sdegno, ira e furore, per fare della terra un deserto, per sterminarne i peccatori. Poiché le stelle del cielo e le loro costellazioni non daranno più la loro luce; il sole si oscurerà al suo sorgere e la luna non diffonderà la sua luce. Io punirò nel mondo la malvagità e negli empi la loro iniquità. Farò cessare la superbia dei protervi e umilierò l’orgoglio dei tiranni».

Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (5, 1-11a)
Fratelli, fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. Di fornicazione e di ogni specie di impurità o di cupidigia neppure si parli fra voi – come deve essere tra santi – né di volgarità, insulsaggini, trivialità, che sono cose sconvenienti. Piuttosto rendete grazie! Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – cioè nessun idolatra – ha in eredità il regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto.

Lettura del Vangelo secondo Luca (21, 5-28)
Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, il Signore Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine»…Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza…Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita…Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».


Preghiere dei fedeli della comunità di santa Croce

Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi ed alzate il capo.
Signore, dentro a questa umanità malata e ferita ci chiedi di non abbandonarci alla disperazione. Manda ancora il tuo Spirito alla Chiesa, perché dica al mondo che la tua Parola di speranza non è utopia, ma dona forza, passione, voglia di ricostruire. Per questo con forza ti preghiamo… Vieni, Signore Gesù!

Fratelli fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità.
Signore, la nostra Comunità, lasciandosi ispirare/guidare dalle parole che Paolo rivolge ai cristiani di Efeso, ricordi sempre che essere imitatori di Cristo è un cammino continuo verso te e i fratelli, per tradurre in scelte di vita coerenti il privilegio di essere tuoi figli. Per questo ti preghiamo… Vieni, Signore Gesù!

Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno?
Signore, come i tuoi discepoli, anche noi cerchiamo di comprendere i tempi e i segni
di ciò che ci attende. Insegnaci piuttosto a sentire la presenza del tuo Spirito che consola e guida, perché ogni cosa possa compiersi secondo il tuo volere. Per questo ti preghiamo… Vieni, Signore Gesù!

Farò cessare la superbia dei protervi e umilierò l’orgoglio dei tiranni.
Signore, il tuo Figlio ci insegna che è possibile reagire al male causato da chi non conosce il tuo amore. Perché, seguendo il suo esempio, ognuno possa mostrare che la felicità  non consiste nel potere e nel dominio sugli altri, ma nel condividere ciò che si possiede, ti preghiamo… Vieni, Signore Gesù!