17 dicembre – Domenica dell’Incarnazione

Domenica dell’Incarnazione, o della Divina maternità della B.V. Maria

Natale è sempre più vicino e le letture sono conosciutissime: eppure propongono riflessioni non scontate. Innanzitutto, perché passiamo dalla vicenda della giovanissima Maria e al primo brano che allude a un Gesù martirizzato. Isaia vede sì il Salvatore che tutto Israele attende: “splendido e forte, grande nel salvare”. Ma le sue vesti sono insanguinate, perché “nessuno era con lui”!

Celebrare il Natale, dunque, non può ridursi a una festa superficiale. La Chiesa ci ricorda che parla di un Dio capace di lasciare tutto ciò che di Lui pensiamo come Creatore per nascere come tutti noi, e diventare Uomo in tutto e per tutto, accettando una missione chiara da sempre. Uno scandalo difficile da comprendere anche oggi se non contemplando il Crocifisso.

Tristezza, allora? Certamente no. E san Paolo lo spiega a suo modo ai primi credenti, e a quelli di ogni epoca: noi compresi. Una ragazzina particolare si è fidata, accettando un compito che probabilmente al momento non ha compreso. Dando però vita a questo Figlio così speciale, ci ha offerto un modello di vita in grado di darci una pace valida in ogni circostanza, anche nelle più serie difficoltà: seguire le vie del bene e gioire della vicinanza di Dio.


Lettura del profeta Isaia (62, 10 – 63, 3b)
Isaia disse: «Passate, passate per le porte, sgombrate la via al popolo, spianate, spianate la strada, liberatela dalle pietre, innalzate un vessillo per i popoli». Ecco ciò che il Signore fa sentire all’estremità della terra: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede”. Li chiameranno “Popolo santo”, “Redenti del Signore”. E tu sarai chiamata Ricercata, “Città non abbandonata”». «Chi è costui che viene da Edom, da Bosra con le vesti tinte di rosso, splendido nella sua veste, che avanza nella pienezza della sua forza?». «Sono io, che parlo con giustizia, e sono grande nel salvare». «Perché rossa è la tua veste e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel torchio?». «Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me».

Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (4, 4-9)
Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!

Lettura del Vangelo secondo Luca (1, 26-38a)
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Passate, passate per le porte, sgombrate la via al popolo, spianate la strada.
Signore, la Chiesa è chiamata a rinnovarsi nel tuo amore per essere capace di accogliere coloro che giungeranno, attratti dalla promessa di redenzione e salvezza. Nella coscienza di essere popolo santo di Dio, trovi il coraggio dell’accoglienza, integrazione e condivisione, su cui costruire il tuo regno. Qui. Oggi. Per questo ti preghiamo… Vieni, Signore Gesù!

Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
Signore, le parole di Paolo ci dicono che le difficoltà non sono mai mancate, ma che la speranza cristiana ha sempre aiutato i fedeli ad andare avanti sapendo, di avere al fianco un Padre misericordioso. Per saper testimoniare questa speranza, la nostra Comunità ti prega…Vieni, Signore Gesù!

Nulla è impossibile a Dio.
Ti preghiamo, Signore, di infondere nel nostro cuore la fiducia che, con te, ogni barriera può essere superata, ogni ostacolo può essere vinto, ogni sfida può trasformarsi in opportunità. Per questo ti preghiamo… Vieni, Signore Gesù!

Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me
Signore, la venuta del tuo Figlio ci aiuti a comprendere che ogni nostra pretesa di autosufficienza ci porta lontano da te. Sostieni l’impegno di chi persegue la verità anche nei gesti più piccoli, di chi rinuncia alle proprie ambizioni per favorire chi non può sperare in nulla, di chi costruisce la pace. Con tutto il cuore ti preghiamo… Vieni, Signore Gesù!