Una festa importante, quella in cui si celebra il Duomo, la Chiesa simbolo della nostra unità di credenti come ‘popolo di Dio’ che segue il suo Pastore: il Vescovo. Tuttavia, le letture di questa domenica ci guidano a una riflessione più profonda, che ci interroga direttamente e personalmente sul significato di essere seguaci del Signore. Non a caso riferiscono il pensiero e di Pietro e di Paolo, quindi delle due modalità della prima chiesa, quella che guarda al suo interno e quella invece missionaria. Come sempre in questo tempo liturgico, tutte due i brani scelti vengono dal Nuovo Testamento: sono dunque una riflessione molto importante sul senso profondo di una comunità cristiana. Una riflessione che è valsa e vale per ogni tempo della Chiesa.
E questo iniziando dalla lettera di Pietro. La Chiesa non può mai essere solo un edificio, ma una comunità, un “popolo di Dio” che resiste solo perché ha, alla base, “Cristo, pietra viva”. E in questo senso tutti noi ne siamo i ‘mattoni’ che, “quali pietre vive” sono “costruite come edificio spirituale”.
Paolo entra nel merito e indica tre ingredienti fondamentali per esserlo: la carità, la comunione dei beni -cioè l’uguaglianza-, e un profondo senso civico: la pace così preziosa e fragile…
E Gesù, mentre richiama con forza al fatto che la fede deve tradursi in fatti concreti per essere vera e seria, torna sul concetto delle ‘fondamenta’ della vita di fede: la fedeltà a una Parola che diventa vita perché viene dal “cuore”.
Il che consente a noi credenti di reggere anche ai torrenti minacciosi e alle alluvioni della nostra esistenza.
Lettura della prima lettera di san Pietro apostolo (2, 4-10)
Carissimi, avvicinandovi a Cristo, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: «Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso… ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo e sasso d’inciampo, pietra di scandalo». Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. Un tempo voi eravate non-popolo, ora invece siete popolo di Dio; un tempo eravate esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia.
Lettera agli Ebrei (13, 15-17.20-21)
Fratelli, per mezzo di Gesù offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome. Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace. Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi. Il Dio della pace…vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Lettura del Vangelo secondo Luca (6, 43-48)
Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale.
Signore Gesù, tu stesso sei la pietra su cui hai costruito la Chiesa e chiedi a noi di essere le pietre vive capaci di farne tempio di fede e carità, di pace e misericordia. Aiutaci a essere degni della missione che ci hai affidato. Per questo ti preghiamo… Dona alla tua Chiesa pace e unità!
Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.
San Paolo ricorda che il battesimo ci rende partecipi della costruzione di un edificio spirituale per il sostegno anche materiale reciproco. Il Signore ama chi dona con gioia e generosità. E per questo ti preghiamo… Dona alla tua Chiesa pace e unità!
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
La salvezza non è solo riconoscere Gesù come il Signore, ma è anche compiere la sua volontà. Ciascuno di noi, Signore, sia capace di far scaturire dalla tua Parola ascoltata. accolta e meditata nel proprio cuore, un serio cammino di fede, capace di portare frutti copiosi per il tuo Regno. Per questo ti preghiamo… Dona alla tua Chiesa pace e unità!
Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Signore, se ci guardiamo in giro oggi, ci pare quasi di star per esser investiti da un fiume che potrebbe travolgerci. Il nostro Papa Francesco ci chiede di pregare, pregare, pregare, perché questa è la roccia in cui riporre la nostra fiducia e la nostra speranza. Per questo con forza ti preghiamo… Dona alla tua Chiesa pace e unità!