Il tema è quello della ‘casa di Dio’, o per meglio dire della sua presenza fra noi. E le letture ci danno vari spunti di riflessione che dal momento della creazione arrivano alla fine dei tempi.
La “casa di Dio” nel profeta Baruc “è grande e non ha fine, è alto e non ha misura”. Si tratta, infatti, del mistero del Creato: ancor oggi per noi incomprensibile se non in minima parte, nonostante tutti i nostri sforzi.
E dal punto di vista umano? Certamente NON quella in cui si fanno traffici di tutti i generi da parte di persone dedite ai propri interessi (vangelo).
E’ la “casa di preghiera” di Matteo, che diventa una comunità dalle “solide fondamenta” date dalla fede di tutti noi -uomini donne bambini anziani- che, come ben aveva detto Tettamanzi citando la prima lettera di san Pietro, della Chiesa costituiamo le “pietre vive” di un Tempio abitato dallo Spirito.
Che, alla fine dei tempi, darà inizio a un mondo nel quale Dio abiterà nuovamente -e per sempre- insieme a una umanità rinnovata.
Lettura del profeta Baruc (3, 24-38)
O Israele, quanto è grande la casa di Dio, quanto è esteso il luogo del suo dominio! È grande e non ha fine, è alto e non ha misura… Chi è salito al cielo e l’ha presa e l’ha fatta scendere dalle nubi? Chi ha attraversato il mare e l’ha trovata e l’ha comprata a prezzo d’oro puro? Nessuno conosce la sua via, nessuno prende a cuore il suo sentiero. Ma colui che sa tutto, la conosce e l’ha scrutata con la sua intelligenza, colui che ha formato la terra per sempre e l’ha riempita di quadrupedi, colui che manda la luce ed essa corre, l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore. Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia e hanno gioito; egli le ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!», e hanno brillato di gioia per colui che le ha create. Egli è il nostro Dio, e nessun altro può essere confrontato con lui. Egli ha scoperto ogni via della sapienza e l’ha data a Giacobbe, suo servo, a Israele, suo amato. Per questo è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini.
Oppure:
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (1, 10; 21, 2-5)
Io, Giovanni, fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore, e vidi la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». E soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e vere».
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (2, 19-22)
Carissimo, le solide fondamenta gettate da Dio resistono e portano questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e ancora: «Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore». In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di argilla; alcuni per usi nobili, altri per usi spregevoli. Chi si manterrà puro da queste cose, sarà come un vaso nobile, santificato, utile al padrone di casa, pronto per ogni opera buona. Sta’ lontano dalle passioni della gioventù; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro.
Lettura del Vangelo secondo Matteo (21, 10-17)
Mentre il Signore Gesù entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea». Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. Voi invece ne fate un covo di ladri». Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: “Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode”?». Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera.
Oggi, la Chiesa Ambrosiana ricorda la dedicazione del Duomo. Insieme al nostro Arcivescovo impegnato a Roma per il Sinodo, preghiamo perché, con l’aiuto dello Spirito, la Chiesa possa avere sempre le porte aperte per tutti, come segno e strumento di unione con Dio e di unità tra il genere umano, perché la sinodalità diventi per tutti esperienza di ascolto e inclusione nel nome del Signore. Per questo ti preghiamo… Dona alla tua Chiesa, pace e unità!
Il Signore conosce quelli che sono suoi.
Signore, ci chiedi di essere tuoi, perché tu ci possa riconoscere quando saremo davanti a te. Aiuta la nostra Comunità a vivere ogni attività e relazione nel segno del tuo amore: pronti a venire incontro a chi ha bisogno, fedeli ai compiti che ci hai affidato. Per questo ti preghiamo… Dona alla tua Chiesa, pace e unità!
Chi è costui?
“Chi è costui?” è la domanda che risuona in molti cuori. Aiutaci, Signore, a percepire sempre la tua presenza nella nostra vita per poter capire chiaramente chi tu sia ‘per noi’. Per questo ti preghiamo… Dona alla tua Chiesa, pace e unità!
Cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace.
Fai, Signore, che l’esortazione di Paolo risuoni nel profondo del cuore di ogni persona, perché lo sgomento per i fatti terribili di questi giorni possa diventare per tutti ragione di vita per eliminare il male da ogni contesto. Con forza ti preghiamo… Dona alla tua Chiesa, pace e unità!