15 maggio – Quinta Domenica di Pasqua

Come domenica scorsa, il vangelo – molto ‘pasquale’ – sottolinea due temi: la morte e risurrezione di Gesù come “gloria” del Padre e del Figlio, e insieme il vero messaggio della vicenda terrena del Signore: un “comandamento nuovo” rispetto alla “Legge” antica, portata ora a pieno compimento: “che vi amiate gli uni gli altri”. Aggiungendo che sarà viverla la ‘autentica’ testimonianza di ogni discepolo futuro: “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli”.

E questo da un punto di vista personale: come spiega con parole di straordinaria forza ed efficacia Paolo ai Corinti. Tanti sono i talenti e i carismi che possiamo avere: anche molto particolari come la profezia, o di poter intuire in qualche modo il ‘mistero’ della divinità, o ancora una fede di straordinaria forza, o una generosità senza limiti. Ma senza la “carità”, tutto questo non avrebbe in realtà nessun peso. E l’apostolo cerca di spiegare il ‘senso’ di questa parola molto usata ma da capire: un atteggiamento profondo di umiltà, mitezza, rispetto profondo, vero disinteresse, capacità di ascolto, comprensione, perdono… Un ‘lavoro’ profondo su di sé.

Ma tutto ciò non può non avere una ricaduta comunitaria, come Atti bene spiega. C’è un ‘altro’ e ‘nuovo’ modo anche di stare insieme, e che forse abbiamo perduto quando la comunità di fede si è allargata. Essere credenti vuol dire annullare le differenze: “fra loro tutto era comune”. Solo così “ciascuno” può avere “secondo il suo bisogno”.

Perché il comandamento dell’Amore non può prendere forma secondo il codice di una legge, ma secondo la declinazione delle beatitudini dei vangeli. Molto più impegnativa ma quanto più vera…Quanta strada ci attende sempre, Signore, e di quanto Spirito abbiamo bisogno, oggi e sempre…


Lettura degli Atti degli Apostoli (4, 32-37)
La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune… Gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno. Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba… un levita originario di Cipro, padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli.

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (12, 31 – 13, 8a)
Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi… vi mostro la via più sublime. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (13, 31b-35)
Il Signore Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Da questo sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.
Signore, ancora una volta ci indichi il comandamento dell’amore. Non più solo, oggi, come lo strumento di una vita di fede, ma come ‘il’ fondamento stesso della Chiesa. Aiutala a essere riconoscibile per il modo in cui, senza eccezioni, vive la carità: unica strada da percorrere, unico stile di vita del credente. Per questo ti preghiamo…Ascoltaci, Padre buono!

La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola. 
Signore, la nostra Comunità, nella consapevolezza di far parte della famiglia di chi crede in te, sappia convertirsi per essere attenta alle necessità di tutti, e condividere ciò che si è ricevuto con nel cuore la gioia della tua risurrezione. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità… non sarei nulla.
Parole difficili, queste! Che ci impegnano alla necessità di guardare in noi stessi per trovare le vere ragioni del nostro agire. La “carità” di Paolo chiede una vera conversione del cuore che ci renda capaci di ascolto, disinteresse, perdono, nella vita di ogni giorno. E per tutto questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Va’, perché ti manderò lontano, alle nazioni.
Signore, oggi, di fronte a problemi drammatici, chiediamo la forza del tuo Spirito perché chi nel mondo ha importanti poteri politici, economici, militari, possa rendersi conto di avere la precisa responsabilità di dialogare in vista del bene comune, e non di creare divisioni e conflitti. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!