Una domenica importante questa: il primo “segno” di Gesù. E tutte tre le letture toccano, non a caso, un tema da sempre cruciale: il ‘credere’. Non hanno creduto gli Israeliti condotti nel deserto da Mosè, rimpiangendo gli agi in Egitto…E certo trovarsi senza acqua nel deserto era una bella ‘prova’ sulla fiducia di aver fatto una scelta giusta. La scelta era stata: la schiavitù ma una vita comoda, oppure il ‘rischio’ della libertà. La vita comoda o la “terra promessa”: anche per noi.
San Paolo riprende lo stesso discorso. Il ‘male’ c’è e fa “gemere” la creazione tutta: uomini, animali, natura. E lo vediamo ogni giorno. Ma è appunto nella “speranza” che possiamo essere salvati. È una scelta anche questa. Difficile, ma nella certezza che non siamo mai soli. Perché lo Spirito sempre “viene in aiuto della nostra debolezza”, arrivando laddove da soli non potremmo mai giungere.
La narrazione così nota delle nozze di Cana aggiunge qualche riflessione. Non è ancora giunta “l’ora” di un Gesù ‘pubblico’: e innanzitutto questo dice, giustamente, che nelle cose quotidiane Dio non è la bacchetta magica sempre presente a sanare i nostri sbagli e le nostre mancanze. Ma, davanti a una gioia e a un futuro che rischia di spegnersi, il Gesù ‘umano’, il figlio di Maria, interviene. Ma lo fa in un modo discreto, un vero “miracolo in punta dei piedi”, come nota papa Francesco.
Quanti di questi miracoli non appariscenti accadono intorno a noi senza che ne abbiamo una vera coscienza?
Lettura del libro dei Numeri (20, 2. 6-13)
Mancava l’acqua per la comunità: ci fu un assembramento contro Mosè e contro Aronne. Allora Mosè e Aronne… si prostrarono con la faccia a terra e la gloria del Signore apparve loro. Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aronne convocate la comunità e parlate alla roccia sotto i loro occhi, ed essa darà la sua acqua…». Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore, come il Signore gli aveva ordinato. Mosè e Aronne radunarono l’assemblea davanti alla roccia e Mosè disse loro: «Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia?». Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e ne uscì acqua in abbondanza; ne bevvero la comunità e il bestiame. Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Poiché non avete creduto in me, in modo che manifestassi la mia santità agli occhi degli Israeliti, voi non introdurrete quest’assemblea nella terra che io le do».
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8, 22-27)
Fratelli, sappiamo che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Lettura del Vangelo secondo Giovanni (2, 1-11)
Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia?
Signore, la Chiesa sappia sostenere il popolo di Dio, confuso e scoraggiato, nella fatica di seguire il cammino della liberazione, donandole il coraggio di abbeverarsi alla tua Parola, unica acqua viva di salvezza. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Donna, che vuoi da me?
Signore, dona a ciascuno di noi la stessa capacità e attenzione premurosa di Maria, perché la nostra Comunità possa cogliere le difficoltà delle persone che ci circondano, affidandoci come lei pienamente alla tua volontà. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Riempite d’acqua le anfore…
Con la tua presenza tra noi, Gesù, compi il tuo primo segno. Ti chiediamo, Signore, che la nostra superficialità – tutta la nostra “acqua” – possa lasciar posto al buon vino dell’amore reciproco.… Ascoltaci, Signore!
Sappiamo che tutta la creazione geme e soffre le doglie del parto fino a oggi
Signore, aiuta la comunità umana ad accogliere il tuo Spirito per superare le difficoltà del male, perché sappia vivere con sapiente giustizia, e possa tracciare i nuovi sentieri di una vera vita e una vera pace. Con tutto il cuore ti preghiamo. Ascoltaci, Signore!