Una solennità tutta dedicata a Maria divenuta, per volontà di Gesù stesso, madre di Giovanni e insieme Madre della Chiesa. E, in questa celebrazione, ne seguiamo tutta la vicenda. Innanzitutto terrena: dalla giovinetta del vangelo, che, ancora stupita per un futuro del tutto inaspettato e che si presenta non facile sin dall’inizio, non si ferma, e svelta va a dare una mano ad un’altra donna delle vicissitudini anch’esse davvero particolari. E questo dialogo, notissimo, stupisce sempre perché tutto attraversato dalla presenza dello Spirito che da una parte rassicura Elisabetta e dall’altra fa nascere dalle parole di Maria forse la preghiera di ringraziamento più straordinaria di tutto l’Antico Testamento: dando parola e insieme concretezza alla speranza di Israele. E andando oltre…
Il brano dell’Apocalisse chiude poi tutta la vicenda di Maria: alla fine dei tempi eccola ancora celebrata come colei che ha dato la possibilità all’umanità di salvarsi grazie alla incarnazione del Messia: Gesù.
Il brano di Paolo questo dice anche a noi oggi: è stata l’incarnazione – e dunque il “sì” di Maria- a darci la possibilità di sconfiggere anche la morte: “ultimo nemico” dell’uomo.
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (11, 19; 12, 1-6a. 10ab)
Nel giorno del Signore, si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza… Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (15, 20-26)
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
Lettura del Vangelo secondo Luca (1, 39-55)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio.
Signore, ci doni un segno di consolazione e di sicura speranza, perché, anche nelle difficoltà di questi giorni difficili, la Chiesa troverà forza nel mistero dell’incarnazione, e capacità di essere strumento di realizzazione del tuo regno nella salvezza che ci prometti. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
In Cristo tutti riceveranno la vita.
Signore, la nostra Comunità sappia vivere la solennità dell’Assunzione di Maria -momento di accoglienza di Gesù- come annuncio della missione che le è stata affidata: accoglierlo nell’Eucarestia e incontrarlo nella presenza dei più sofferenti. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”.
Signore, chiediamo allo Spirito la forza di rispondere alla tua chiamata con lo stesso slancio di Maria. Possa essere la sua fede nell’adempimento della tua Parola un reale modello per tutti noi. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono
Di generazione in generazione la sua misericordia è per quelli che lo temono.
Signore Gesù, le parole di tua Madre ci permettono di sperare che anche oggi, proprio in questo mondo che ogni giorno pare più dilatato nell’egoismo, violenza, ingiustizia, possiamo ancora sperare nella tua misericordia. Maria ci aiuti però a far parte di “coloro che temono” Dio, con la preghiera ma anche con la volontà di cambiare seriamente noi stessi. Per questo ti preghiamo con forza… Ascoltaci, Padre buono!