Tre letture, tutte prese dal Nuovo Testamento. Gesù si sta accomiatando dai suoi. Non senza difficoltà nel distacco: «Signore, non sappiamo dove vai…». E il Signore cerca di far loro forza: «non sia turbato il vostro cuore… abbiate fede in me».
La ‘fede,’ cioè la fiducia che lo Spirito del Signore sarà sempre con i suoi. E testimone di questa forza è Paolo stesso in Atti. Ci sarà stato davvero un terremoto capace di spalancare le porte, far cadere le catene dei prigionieri, convertire e battezzare il povero carceriere con tutta la sua famiglia? Quel che ci è tramandato è che una esperienza cupa e dolorosa finisce in una casa, in una riunione conviviale in una tavolata che trabocca di gioia.
E questa testimonianza diventa allora la missione di Paolo: «per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza». Una fatica giunta fino a noi…
Lettura degli Atti degli Apostoli (16, 22-34)
La folla insorse contro Paolo e Sila e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti. Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (1, 24-29)
Fratelli, io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza.
Lettura del Vangelo secondo Giovanni (14, 1-11a)
Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Io sono la via, la verità e la vita
Signore, con queste parole, Gesù ci insegna che solo in lui possiamo arrivare a conoscere te: attraverso il pane di vita che ci hai donato. Aiuta la Chiesa a essere fedele a queste parole, e a viverle come luce per il suo cammino verso il Regno. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
E del luogo dove io vado voi conoscete la via.
Signore, queste parole oggi le dici a noi… Ti preghiamo perché la nostra Comunità viva i tuoi insegnamenti, sapendo che sei sempre accanto a noi, anche nella fatica e nel dolore della quotidianità, dandoci la forza di seguirti. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Che cosa devo fare per essere salvato?
In un mondo pieno di sfide e di incertezze, questa domanda ci si pone davanti con urgenza. Insegnaci, Signore, a trovare momenti di quiete e riflessione, e a cercare una guida nella preghiera e nella tua Parola, per poter comprendere la tua volontà. Ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.
Signore, questo tempo è minato da conflitti e iniquità, ma esistono anche molte testimonianze di bene che portano speranza. Perché i frammenti del bene compiuto, messi insieme, diano a ciascuno e a tutti la forza di camminare nella giustizia, ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!