La vigna: una coltivazione naturale che regala molti frutti e richiede però una cura e una attenzione continua. Nel Primo come nel Nuovo Testamento allude a un legame stretto con il Signore. Questo è particolarmente evidente in Isaia: Dio dedica al popolo che si è scelto (Israele qui rappresentato nella vigna) un vero “cantico d’amore”. Peraltro non ricambiato: invece di “giustizia… spargimento di sangue” e invece di “rettitudine… grida di oppressi”.
Nel vangelo il quadro muta e si allarga a tutta l’umanità. La vigna ora rappresenta il mondo nel quale ogni discepolo è chiamato a dare il proprio contributo perché il ‘regno’ di Dio possa prendere forma. Tutti ricevono lo stesso invito, ma non tutti rispondono nello stesso modo. C’è chi dice un sì di pura cortesia, e non ne fa nulla. E chi si nega, ma poi ci riflette e si tira su le maniche…
L’atteggiamento di Dio non cambia: non basta far parte di un ‘popolo eletto’ come Israele per essere a posto: per essere ‘amati’ da Dio occorre vivere con giustizia e rettitudine. Possiamo dirlo per noi oggi: non basta essere battezzati, cresimati, e frequentare la messa. Perché alla fine anche in questo caso potranno “passarci davanti nel regno di Dio” gli ‘esclusi’ del nostro tempo: quelli che noi riteniamo atei, peccatori, a margine della società. Ma hanno avuto il coraggio di riflettere e “pentirsi”.
Paolo con la sua forza di convertito adulto ci da la misura di quello che vuol dire davvero un cambiamento totale di rotta: “sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me”.
Parole forti: però Gesù l’ha fatto per ognuno di noi… dovremmo rifletterci più spesso.
Lettura del profeta Isaia (5, 1-7)
Così dice il Signore Dio: «Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi. E ora… siate voi giudici fra me e la mia vigna. Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi? Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi».
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (2, 15-20)
Fratelli, noi, che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, sapendo tuttavia che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, Cristo è forse ministro del peccato? Impossibile! Infatti se torno a costruire quello che ho distrutto, mi denuncio come trasgressore. In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
Lettura del Vangelo secondo Matteo (21, 28-32)
Il Signore Gesù disse: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede.
Signore aiuta la tua Chiesa a camminare tenendo fisso lo sguardo sulla Croce per trasmettere all’umanità l’amore che si dona fino in fondo, senza misura e senza confini. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
La vigna del Signore è il suo popolo.
Signore Gesù, ci hai mostrato con la tua vita terrena che cosa significa l’atto d’amore che ci hai donato. Aiuta la nostra comunità a risponderti con amore di figli, fatto di opere giuste e di un cuore capace di accogliere te in tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
Signore Gesù, vivere accogliendo la tua Parola ogni giorno è il vero modo per corrispondere con concretezza al tuo amore per noi tutti. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi
Signore, dona oggi a ognuno di noi la capacità di pensare alle conseguenze delle proprie scelte, perché queste non ricadano sull’intera comunità umana, ma siano volte a custodire pace e giustizia. Con tutto il cuore ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!