Ultima Domenica dopo l’Epifania, giornata mondiale del malato.
Abbiamo appena riflettuto la scorsa settimana sulla immagine di Dio in Osea: un Dio testardamente innamorato di questa umanità infedele…Riproposta di nuovo oggi da Isaia: un Dio che si arrabbia, e qualche volta -quando esageriamo- ci “abbandona” anche. Ma solo “per un breve istante”, sempre pronto a riaccoglierci con immenso amore”.
Tuttavia, la parabola riportata da Luca pone un ‘limite’ a questa “alleanza di pace” che non “vacilla”. E il limite è la vera consapevolezza -da parte dell’uomo e dell’umanità tutta- dei propri limiti. Ancora una volta, la ‘forma esteriore’ non serve a nulla: serve piuttosto l’atteggiamento profondo di umiltà riguardo alle proprie fragilità. Di fronte al Signore, ma anche nei riguardi delle persone con le quali camminiamo.
Perché tutti siamo incerti e pieni di incoerenze. E la richiesta di Paolo alla sua comunità di fedeli vale perfettamente anche per tutti noi oggi: le contese, le invidie, i “mormorii” che il Papa tanto critica sono proprio gli atteggiamenti che impediscono al ‘bene’ di crescere. Una grave responsabilità per la quale occorre esser davvero capaci -e questo a tutti i livelli- di non più “giudicarci gli uni gli altri”, tenendo presenti ognuno e le proprie fragilità. Per il bene personale, ma soprattutto quello comune.
Lettura del profeta Isaia (54, 5-10)
Isaia disse: «Tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo d’Israele, è chiamato Dio di tutta la terra. Come una donna abbandonata e con l’animo afflitto, ti ha richiamata il Signore. Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù? – dice il tuo Dio –. Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti raccoglierò con immenso amore. In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore. Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giurai che non avrei più riversato le acque di Noè sulla terra; così ora giuro di non più adirarmi con te e di non più minacciarti. Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace, dice il Signore che ti usa misericordia».
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (14, 9-13)
Fratelli, per questo Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi. Ma tu, perché giudichi tuo fratello? E tu, perché disprezzi tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio, perché sta scritto: «Io vivo, dice il Signore: ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua renderà gloria a Dio». Quindi ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio. D’ora in poi non giudichiamoci più gli uni gli altri; piuttosto fate in modo di non essere causa di inciampo o di scandalo per il fratello.
Lettura del Vangelo secondo Luca (18, 9-14)
Il Signore Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero non vacillerebbe la mia alleanza di pace.
Signore, dona alla Chiesa la capacità di vivere ogni giorno come un nuovo inizio: senza dare nulla per scontato, con l’umiltà di chi conosce il tuo perdono, e con la certezza della fedeltà della tua alleanza. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Fate in modo di non essere causa di inciampo o di scandalo per il fratello.
Signore aiuta la nostra Comunità a crescere in una carità che tenga conto del valore di ogni persona e accolga tutti e sempre. Il rispetto e la fiducia reciproci siano sostegno nel sentirci responsabili di un mondo che chiede generosità, gratuità e attenzione. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E tu, perché disprezzi il tuo fratello?
Signore, fa’ che, nel nostro agire quotidiano, possiamo vedere oltre le apparenze, riconoscendo in ogni persona un fratello o una sorella per cui tu hai dato la tua vita. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Per intercessione della Vergine Maria, ti preghiamo, Signore, per chi soffre nel corpo e nella mente. Dona a tutti la forza per vivere serenamente la malattia, perché la fede li aiuti ad affidarsi a te con la preghiera nei momenti di sconforto. Benedici anche chi allevia le loro sofferenze, accompagnandoli con umiltà e spirito di servizio. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!