Gesù Re? Così appare nella visione profetica di Isaia: come colui che sarà “luce delle nazioni”, colui davanti al quale “i re… si alzeranno in piedi, i principi si prostreranno”. Eppure si tratta proprio di quel “servo”, consapevole di aver – apparentemente – “invano… faticato”, e consumato “per nulla” le sue forze: ma, diremo meglio, la sua vita…
Sappiamo però che si tratta di un Dio divenuto uomo per amore. E per amore morto come un malfattore fra malfattori, come ben narra san Paolo. Perché Gesù è un “Dio che svuotò se stesso”, umiliandosi per obbedienza “fino alla morte”. E non basta: a “una morte di croce”! Ma, proprio per questo, davanti a lui si devono piegare tutti: cieli, terra, e sotto terra. Appunto, l’Universo.
Ed è così che, fra le sue ultime parole, troviamo quelle di un Re capace di aprire – e proprio dalla Croce – le porte del Paradiso…
Lettura del profeta Isaia (49, 1-7)
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome… Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore… e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra». Così dice il Signore, il redentore d’Israele, il suo Santo, a colui che è disprezzato, rifiutato dalle nazioni, schiavo dei potenti: «I re vedranno e si alzeranno in piedi, i prìncipi si prostreranno, a causa del Signore che è fedele, del Santo d’Israele che ti ha scelto».
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (2, 5-11)
Fratelli, abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
Lettura del Vangelo secondo Luca (23, 36-43)
Anche i soldati deridevano il Signore Gesù, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Ogni lingua proclami: “Gesù Cristo è Signore!” a gloria di Dio Padre.
Signore, hai dato alla Chiesa il mandato di essere nel mondo strumento per la costruzione del Regno. Aiutala a compiere la sua opera con fedeltà coraggio e responsabilità, perché tutte le Genti si ritrovino insieme, in pace, con pari dignità, a vivere la speranza della tua salvezza. Per questo ti preghiamo…Venga il tuo Regno, Signore!
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.
Signore Gesù, la nostra Comunità sappia riconoscere la presenza del tuo amore e la potenza del tuo perdono, per costruire con coraggio rapporti positivi in tutti gli ambiti di vita, affrontando difficoltà, incomprensioni e divergenze con mitezza e determinazione, per trovare strade di dialogo e di pace. Per questo ti preghiamo… Venga il tuo Regno, Signore!
Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno.
Signore, anche noi ci rivolgiamo a te con cuori umili. Riconosciamo le nostre debolezze, le nostre cadute, e il nostro peccato, ma fiduciosi ti chiediamo con parole sincere di ricordarci di noi. E per questo ti preghiamo… Venga il tuo Regno, Signore!
Il Signore non ha disprezzato l’afflizione del povero, ma ha ascoltato il suo grido di aiuto.
Signore, ti ringraziamo per tutti coloro che operano con amore a favore dei poveri. Aiuta tutti noi a metterci in ascolto con umiltà, per riconoscere e sostenere anche e soprattutto chi non sa chiedere aiuto. Per questo ti preghiamo… Venga il tuo Regno, Signore!