Dopo le tentazioni del Signore, dopo il pozzo di acqua viva e la dimensione tutta spirituale di Dio, dopo il duro scontro di Gesù con i farisei sulla “verità” e “libertà” data dalla fede, questa domenica la prospettiva muta di nuovo e il tema è quello della luce, ma anche del suo contrario: le tenebre. E di come riuscire a “vedere”… “Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato”. Ecco ciò che accade quando il Signore si fa presente e non soltanto a persone particolari, come accade a Mosè che parlava con Dio “come uno che parla con il proprio amico”. No, a chiunque: anzi ai più bisognosi, quelli messi ai margini della società, quelli appunto “ciechi” in ogni senso. Allontanati perché ritenuti addirittura colpevoli come “peccatori”: la malattia come segno del peccato e quindi esclusi da ogni contatto comunitario. E, come sappiamo, il lungo racconto di Giovanni si chiude con una splendida dichiarazione di fede…
E proprio su questo insisterà Paolo: al centro di una comunità degna di questo nome stanno certamente delle “regole di vita” che riguardano la propria persona, ma al centro non può che esserci un autentico “amore fraterno” che occorre costruire giorno per giorno, con tenacia, in un cammino in cui è necessario “progredire sempre di più”.
Lettura del libro dell’Esodo (33, 7-11a)
Mosè prendeva la tenda e la piantava fuori dell’accampamento, a una certa distanza dall’accampamento, e l’aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno…si recava chiunque volesse consultare il Signore. Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda, tutto il popolo si alzava, stando ciascuno all’ingresso della sua tenda: seguivano con lo sguardo Mosè, finché non fosse entrato nella tenda. Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava all’ingresso della tenda, e parlava con Mosè. Tutto il popolo vedeva la colonna di nube, che stava all’ingresso della tenda, e tutti si alzavano e si prostravano ciascuno all’ingresso della propria tenda. Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico.
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi (4, 1b-12)
Fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù… che vi asteniate dall’impurità, che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità e rispetto, senza lasciarsi dominare dalla passione…; che nessuno… offenda o inganni il proprio fratello, perché il Signore punisce tutte queste cose… Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo santo Spirito. Riguardo all’amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri… Ma vi esortiamo, fratelli, a progredire ancora di più e a fare tutto il possibile per vivere in pace, occuparvi delle vostre cose e lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato, e così condurre una vita decorosa di fronte agli estranei e non avere bisogno di nessuno.
Lettura del Vangelo secondo Giovanni (9, 1-38b)
Passando, il Signore Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio… ». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato… Anche i farisei gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero che fosse stato cieco… finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei… Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
A questa tenda del convegno si recava chiunque volesse consultare il Signore.
Signore, aiuta la Chiesa a rinnovare giorno per giorno il patto che hai stabilito con il tuo popolo, perché ciascuno si senta chiamato a cercare la tua presenza e ascoltare la tua voce: sola guida del cammino attraverso le asperità di questo mondo. Per questo ti preghiamo… Illumina, Signore, i nostri cuori!
Riguardo all’amore fraterno, voi stessi avete imparato da Dio.
Seguendo oggi le parole di san Paolo, concedici, Signore, la forza di perdonare, ricordando che l’amore “non gode dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità”. Aiutaci a perseverare nella fede, perchè la nostra Comunità possa essere un testimone credibile di accoglienza e fraternità. Per questo ti preghiamo… Illumina, Signore, i nostri cuori!
Tu, credi nel figlio dell’uomo?
Signore, questa domanda oggi interpella me e insieme ognuno di noi perché, nell’incontro personale con te, sappiamo riconoscerti in questo nostro tempo, fare anche noi il nostro atto di fede, e rinnovare così i nostri cuori. Per questo ti preghiamo… Illumina, Signore, i nostri cuori!
Proprio questo stupisce: che voi non sappiate di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi.
Occhi che si rifiutano di vedere, menti che si rifiutano di capire: e allora guerra, distruzione, fame. E tutto nell’indifferenza. Signore apri gli occhi dell’umanità, e in particolare di chi direttamente o indirettamente governa questo mondo, così che tutti capiscano che la tua Parola è la sola strada per la giustizia e la pace. Per questo con tutto il cuore ti preghiamo… Illumina, Signore, i nostri cuori!
Anche il nostro Vescovo Mario rivolge a tutti noi una domanda importante: credi nella Chiesa e nel suo futuro? Siamo chiamati a rifletterci, pensando alla possibilità di fare la nostra parte nei nuovi Consigli parrocchiali. E perché lo Spirito stia vicino alla nostra Comunità, preghiamo… Illumina, Signore, i nostri cuori!