Straordinario questo brano di Genesi in cui tocchiamo con mano lo speciale rapporto di vicinanza fra il Signore e Abramo. Nel momento in cui sta decidendo un passo molto delicato (il castigo di Sodoma e Gomorra), Dio si chiede se sia giusto tenere Abramo all’oscuro del fatto: e lo mette al corrente. Una vicinanza, che ha riscontro nel tentativo di Abramo di discutere a lungo con lui per salvare il salvabile…
Ma seguiamo le tre letture. Genesi e Luca pongono l’attenzione sulla parola “salvezza”. In un contesto molto diverso, ma che condivide il medesimo concetto -molto ebraico- del ‘giusto’ che fa da argine al Male a vantaggio di tutto il popolo. Abramo non ce la farà: e mancheranno anche quei dieci. Non così Gesù: colui che è venuto proprio perché tutti – ebrei come cristiani – possano salvarsi, completando quello che anche la fede granitica di Abramo non aveva potuto ottenere.
Tuttavia, Gesù ha detto ben di più per i credenti di ogni tempo. Alla domanda di sempre -“come salvarsi?”- Gesù risponde con una porta “stretta”, ben sorvegliata: difficile da oltrepassare. E spiega i criteri per avere la possibilità di entrare e “sedere alla mensa nel regno di Dio”. Non basterà averlo sentito parlare –personalmente allora, o per noi attraverso la Parola-, e neppure esser stati a mensa “in sua presenza” -possiamo pensare oggi alla messa?-, se tutto questo non ha inciso nelle nostre vite nei termini di una vera giustizia
Il Signore lo dice ben chiaro: verranno ‘altri’: molti, e da tutti gli angoli della terra. E sarà quel “banchetto di grasse vivande, e di vini eccellenti” visto profeticamente da Isaia: scenario che supera ogni divisione culturale o religiosa. Alla fine, resterà l’umanità con la sua vita reale.
Così come è stato fin dall’inizio con Abramo, vero padre della fede per tutti. Prima della Legge, prima delle Chiese con tutte le loro ‘strutture’, c’è un Dio che parla, e una creatura umana che lo ascolta, disposta a fidarsi e a seguirlo davvero, nonostante tutte le possibili difficoltà…
Lettura del libro della Genesi (18, 1-2a. 16-33)
Il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Quegli uomini andarono a contemplare Sòdoma dall’alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli. Il Signore diceva: «Devo io tenere nascosto ad Abramo quello che sto per fare, mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra?…». Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore. Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio!… Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore:… forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque». Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (4, 16-25)
Fratelli, eredi si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette,…Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne «padre di molti popoli», come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo – aveva circa cento anni – e morto il seno di Sara… Ecco perché gli fu accreditato come giustizia. E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi giustificazione. che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra salvezza».
Lettura del Vangelo secondo Luca (13, 23-29)
Un tale chiese al Signore Gesù: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio…
Signore, quante volte pensiamo con superbia di essere giusti solo perché siamo, per tradizione e nascita, tuoi figli nella Chiesa. Fa che la Chiesa non viva di questa superbia, ma sia accogliente nella fede, e servizievole nell’umiltà, perché solo così diventerà autenticamente ‘cattolica’, aperta alle esigenze del mondo. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Sforzatevi di entrare dalla porta stretta…
Il tuo Spirito, Signore, sostenga la nostra Comunità anche nei momenti più difficili: perché, con pazienza e perseveranza, possiamo impegnarci fino in fondo nel vivere il Vangelo, testimoniandolo così dove abitiamo. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.
Tenere lo sguardo su Gesù è la condizione che ci apre alla speranza anche nei momenti più problematici e bui. Per una speranza che ci dia nuova vita, oggi ti preghiamo con tutto il cuore… Ascoltaci, Padre buono!
Davvero sterminerai il giusto con l’empio?
Signore Dio, davanti a un mondo che non sa guardare oltre il proprio angusto egoismo, troverai oggi dieci giusti per fermare una terribile strage globale? Aiuta, Gesù, ognuno di noi a essere consapevole delle proprie responsabilità, ma guarda anche, da Padre Buono, all’infinito dolore innocente di questa povera umanità… E per questo con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!