10 aprile – Domenica delle Palme, letture e preghiere dei fedeli

La celebrazione delle 10:30 viene trasmessa in diretta sul nostro canale YouTube.


Qui si trovano le Letture complete sul sito della Diocesi: chiesadimilano.it/?p=501832
Qui si trova un invito di padre Lidio.


Siamo quasi in ‘dirittura di arrivo’: e in effetti questa domenica fa da cerniera con la Settimana Santa, come mostrano chiaramente le sue due diverse liturgie. Essendo troppo lungo citarle tutte, cercheremo di capire come la Chiesa ci accompagni con sapienza attraverso i testi biblici accorciati, consentendoci di vivere insieme a Gesù l’ultima parte della sua esistenza, nel cammino, tutto in salita, verso Gerusalemme: dove lo attende la sua “ora”, quella della Passione – e quindi il Calvario.

Particolare, la messa con processione delle Palme, in cui anche noi possiamo mescolarci, spiritualmente, alla folla che accoglie il Signore nel momento dell’entrata in città.

“La grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!». Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: «Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d’asina». I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose”. (Gv 12, 12-16)

Interessante è trovare che, quasi con le stesse parole, il profeta Zaccaria aveva previsto esattamente questo evento:

“Così dice il Signore Dio: «Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina. Farà sparire il carro da guerra da Èfraim e il cavallo da Gerusalemme, l’arco di guerra sarà spezzato, annuncerà la pace alle nazioni, il suo dominio sarà da mare a mare e dal Fiume fino ai confini della terra» (Zc 9, 9-10).

Un Re particolarissimo, che giunge su non su un destriero, con una importante armatura, ma su un asino, chiaro riferimento alla sua ‘umiltà’: e soprattutto esplicita condanna alla guerra. E Dio sa quanto questa condanna trovi oggi spazio nelle nostre coscienze e vite.

San Paolo insiste poi sul ruolo centrale e salvifico – e questo sino dalla creazione stessa – di Gesù:

“Cristo è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazioneEgli è anche il capo del corpo, della Chiesa… È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli” (Col 1, 15-20).


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce per la Messa delle 10:30

Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. 
Siamo smarriti di fronte alle tragedie che, una dopo l’altra, stiamo vivendo e sembriamo incapaci di ritrovare la strada. Per questo, Signore, è necessario che la Chiesa sappia essere ancora una Comunità feconda di grazia, riunita intorno alla tua Parola. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Esulta grandemente figlia di Sion
Fa, o Signore, che la nostra Comunità –anche nelle circostanze più difficili- sappia sempre riconoscere in Gesù il volto del tuo Amore, testimoniando nella vita, concretamente -e con gioia!-, la tua Parola. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose.
Anche noi spesso ‘al momento’ non comprendiamo la strada che ci indichi, Signore, ma tu ci inviti a fare memoria del nostro cammino di fede, per scoprire la tua presenza salvifica sempre al nostro fianco. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Signore, nel momento in cui la guerra minaccia l’Europa e il mondo intero, ti preghiamo per i giovani con le parole di Papa Francesco. “Siate capaci di sognare. Tanti vostri sogni sono gli stessi del Vangelo: fraternità, solidarietà, giustizia, pace! Chi sogna non si lascia assorbire dalla notte, ma accende una fiamma, una luce di speranza che annuncia il domani. Alzate lo sguardo verso l’alto. Abbiamo bisogno di sognatori aperti alle sorprese dello Spirito Santo”. Per questo con tutto il cuore ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!



Molto diverso il tenore di tutte e altre messe, che, come si notava, fanno da cerniera fra la vita ‘normale’ del Signore con gli amici di sempre -Lazzaro, Marta e Maria- e il duro cammino che lo porterà al sacrificio di sé. Sta per iniziare la Pasqua ebraica e tutti si recano a Gerusalemme: anche il Signore, facendo però tappa -l’ultima- appunto a Betania:

“Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo”… Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me» (Gv 11, 55 – 12, 11)

Conosciamo molto bene questo testo, l’appunto di Giuda, e la risposta del Signore: che, come si vede, già rimanda però a quello che sta per accadere…

Ancora più esplicitamente, il notissimo testo di Isaia sembra far vivere anche noi con enorme potenza tutta la Passione di Gesù, tappa per tappa:

“Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire,… egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori… Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo… Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore (Is 52, 13 – 53, 12).

San Paolo ridice tutto questo pensando alla sua comunità nascente -e dunque oggi a noi- e cerca il modo di farlo ‘vivere’ utile nella vita quotidiana. Nelle nostre invitabili vicissitudini di ogni giorno, non dobbiamo perderci d’animo, ma piuttosto all’esempio di Gesù, alzando gli occhi e guardando a ciò che ci aspetta!

“Fratelli, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo (Eb 12, 1b-3).

La nostra Comunità vuole vivere insieme questi momenti ‘costitutivi’ della nostra fede, per aiutarci, in particolare in questi tempi bui in cui il Bene sembra scomparire, a non “perderci d’animo” sapendo, da una parte, di poter contare sulla presenza viva di Gesù fra noi, e, dall’altra, che siamo chiamati a raccogliere la sua precisa raccomandazione fatta a Betania. Davanti al grande Male -come è stata la Passione di Gesù e come è quella di tanti e troppi altri anche oggi- possiamo con le nostre mani fare come Maria quella sera straordinaria: usare l’unguento della carità, capace di avvolgere tutti nel “profumo” di Gesù…


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada.
Signore Gesù, ci hai promesso che ti troveremo se sapremo cercarti. Dona ancora lo Spirito, perché la Chiesa sappia farsi il mezzo per realizzare questa tua promessa, indicando a tutti coloro che vogliono incontrarti la strada che porta a raccoglierci intorno alla Croce.  Per questo ti preghiamo…Salvaci, Signore!

Avendo deposto tutto ciò che è di peso, corriamo la corsa che ci sta davanti.
San Paolo ci esorta a deporre tutto ciò che ci é di ostacolo per crescere come figli di Dio. La nostra Comunità, Signore Gesù, pensando a tutte le sofferenze che hai patito per noi, senza perdersi d’animo possa sempre ripartire nella corsa verso la salvezza che ci hai promesso. Per questo ti preghiamo… Salvaci, Signore!

Signore in te mi rifugio.
Così il salmo. Signore Gesù, che hai voluto sperimentare anche l’abisso della crudeltà dell’uomo, ti preghiamo con forza perchè, nella preghiera, la tua vicinanza possa alleviare la solitudine, l’angoscia, il dramma di tanti e troppi fratelli e sorelle, in particolare di più piccoli. Con fiducia ti preghiamo… Salvaci, Signore!

… e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo …
Aiuta, Signore, i giovani a mettere in gioco responsabilmente le loro migliori qualità e risorse più preziose, nella consapevolezza di quanto possono personalmente fare per costruire un mondo di pace e condivisione. Con tutto il cuore ti preghiamo… Salvaci, Signore!