1 settembre – Prima Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

Cosa ci suggeriscono le letture di questa domenica dedicata a Giovanni Battista, ultimo dei profeti di Israele?

Le prime due conducono alla riflessione sul rapporto fra Dio e il suo Popolo. In Isaia, Dio guarda dall’alto l’umanità e ne coglie molto bene la distanza dai suoi insegnamenti. Le sue parole si adattano comunque benissimo a ogni epoca storica, compreso la nostra: “questo popolo mi onora con le labbra, mentre… la venerazione verso di me è un imparaticcio di precetti umani”. Quindi? Quindi, Dio continua imperterrito “a operare meraviglie e prodigi” aspettando con pazienza la nostra ‘conversione’. Paolo, poi, sottolinea che il Dio comunicato da Gesù nella nuova Alleanza certo non è un Dio “terrificante”: al contrario, è un “Dio vivente” che ci aspetta in una “adunanza festosa”.

Quanto al vangelo, Giovanni spiega come deve vivere il vero discepolo, qui esemplato in Giovanni Battista: riconoscere la propria dipendenza dallo Spirito e, in vera umiltà, diventare testimone di questo mistero nella vita di ogni giorno. Un insegnamento che arriva oggi sino a noi.


Lettura del profeta Isaia (29, 13-21)
Dice il Signore: «Poiché questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani, perciò, eccomi, continuerò a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; perirà la sapienza dei suoi sapienti e si eclisserà l’intelligenza dei suoi intelligenti». Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore per dissimulare i loro piani, a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo: «Chi ci vede? Chi ci conosce?». Che perversità! Forse che il vasaio è stimato pari alla creta? Un oggetto può dire del suo autore: «Non mi ha fatto lui»? E un vaso può dire del vasaio: «Non capisce»? Certo, ancora un po’ e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva. Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele. Perché il tiranno non sarà più, sparirà l’arrogante, saranno eliminati quanti tramano iniquità, quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla.

Lettera agli Ebrei (12, 18-25)
Fratelli, voi non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola… Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: «Ho paura e tremo». Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele. Perciò guardatevi bene dal rifiutare Colui che parla, perché, se quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che proferiva oracoli sulla terra, a maggior ragione non troveremo scampo noi, se volteremo le spalle a Colui che parla dai cieli. 

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (3, 25-36)
Nacque una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Colui… che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
Signore, aiuta la Chiesa a ritrovare la strada della salvezza da indicare a tutti i Cristiani: l’ascolto della tua Parola che, attraverso lo Spirito, ci viene donata ogni giorno come Parola di Dio. Perché sappiamo cogliere il senso profondo di queste semplici parole ti preghiamo… Ascoltaci Signore!

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
Signore Gesù, in una società che pare sempre più instabile, anche nella nostra Comunità serpeggia talora un senso sfiducia che toglie speranza. Oggi ti preghiamo con le parole di questo antichissimo salmo. Abbiamo bisogno di sentire che ci guardi con gli occhi di un Padre che ci aspetta per abbracciarci: per viverlo e testimoniarlo. E per questo ti preghiamo… Ascoltaci Signore!

Lui deve crescere; io, invece, diminuire.
Signore Gesù, fa’ che le nostre vite siano sempre più centrate su di te e sempre meno su di noi. Aiutaci a ridurre i nostri desideri egoistici, e anche le nostre paure, per fare a te spazio ed essere segno vivo della tua presenza nel mondo. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci Signore!

Il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva.
Oggi, giornata nazionale dedicata alla custodia del Creato, usiamo le parole di Isaia per indicare i miracoli che potrebbero ancora accadere, se l’umanità si prendesse cura di quanto hai messo da sempre nelle sue mani. Perché possa rinascere la speranza anche dove la guerra non fa che distruggere la natura e la vita, con tutto il cuore ti preghiamo… Ascoltaci Signore!