Nel ricordo di Padre Fabiano Lambulira

Quando domenica mattina 19 dicembre, negli avvisi delle messe abbiamo chiesto una preghiera per padre Fabiano che ci stava lasciando, la commozione della comunità si era avvertita subito. Poi nel pomeriggio, quando la notizia della tua partenza per il Paradiso si era diffusa, c’è stato un giro di messaggi, a voce, per telefono, via whatsapp che ci ha detto quanto eri non solo conosciuto profondamente ma tanto amato da tutti. Ad ogni messaggio c’era una sottolineatura e quella più ricorrente era il sorriso che sapevi regalare a tutti.

Oggi caro Fabiano siamo qui in tanti per dirti grazie di questi anni che abbiamo condiviso con te.

Grazie per il tuo stile semplice e buono che sapeva contagiare ogni persona che incontravi.

Grazie per tutte le volte che eri disponibile con il sacramento della confessione a ridonare speranza e serenità a chi arrivava da te.

Grazie per il tuo servizio come superiore della nostra comunità sempre attento perché ogni confratello si sentisse accolto e amato da tutti.

Grazie perché non hai avuto paura di affrontare la sfida con i giovani che in questi anni hai accompagnato nel nostro pensionato universitario, sempre solerte e pronto quando c’era qualche imprevisto che inevitabilmente capitava in una struttura così grande.

Grazie per la tua testimonianza che ci hai dato nel momento della prova della tua malattia che di anno in anno, di mese in mese e alla fine di giorno in giorno ti consumava inesorabilmente. Era bello quando ci raccontavi che mentre eri all’Istituto tumori per la tua terapia trovavi anche il tempo per una confessione ad un infermiere o ad paziente come te. Ispiravi fiducia e serenità a chi ti incontrava e sapevi donare la grazia di Dio con generosità e amore.

Non dimenticherò mai il viaggio avventuroso fatto nel gennaio 2014 in Tanzania dove tu eri il nostro motorista. Ci siamo avventurati con un gruppo di volontari in quella terra che tu tanto amavi, in quella città di Morogoro dove per tanti anni eri impegnato nella formazione dei tuoi studenti. E poi a Kisanga e Msolwa, dove il sogno della grande centrale idroelettrica stava diventando realtà a servizio di centinaia di studenti che si preparavano alla vita nella scuola superiore ST Gaspare Bertoni. Sempre allegro, sereno, mai stanco. Già allora avevo visto l’inizio del tuo male e tu sorridendo dicevi: “Ora vengo in Italia, mi opero e dopo un mese torno nella mia Africa”.

Sono passati otto anni da quel momento e il male non ti ha più lasciato, qualche volta speravi nella guarigione piena quando le cose si mettevano bene, altre volte sentivi forte il dolore ma non ti sei mai arreso. Alla fine il tuo male ha preso il sopravvento. Ma tu non eri impreparato. Volevi restare in comunità e grazie alle persone che nell’Istituto tumori ti avevano conosciuto e voluto bene ti hanno concesso l’assistenza domiciliare. E tra noi, che negli ultimi giorni ti abbiamo tanto coccolato, hai reso la tua anima al Signore. Ho raccolto i tuoi ultimi sospiri e quando il respiro è cessato sentivo che il tuo cuore ancora per un po’ continuava a battere, quel cuore che tanto aveva amato e che ora portavi davanti al Signore per ricevere la giusta ricompensa.

Padre Lidio

Omelia nel funerale di padre Fabiano, Mercoledì 22 dicembre