Tre letture, tutte all’insegna dello Spirito: e della Trinità. Spirito presente all’origine, nella Creazione stessa (Siracide): quando “la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso”, e tuttavia “lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Genesi 1).
Spirito che, a Nazareth nella sinagoga, introduce Gesù adulto alla sua prima uscita ‘pubblica’ come colui che è inviato a “proclamare l’anno di grazia del Signore”: in altre parole il tanto atteso ‘compimento della Scrittura’ (Luca).
Spirito che ora “abita in noi” e ci guida nelle vie, spesso così contorte e difficili, della nostra vita. Un richiamo a quanto viviamo oggi, da vicino e da lontano, e ci ricorda la necessità di affidarci a questo “Maestro interiore” – come lo chiamava Martini – che sta, discretamente ma concretamente, alla porta del nostro cuore e “ bussa”, sempre in attesa di poter essere preso sul serio…
Lettura del libro del Siracide (24, 1-12)
La sapienza fa il proprio elogio, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria: «Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e come nube ho ricoperto la terra. Io ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. Ho percorso da sola il giro del cielo, ho passeggiato nelle profondità degli abissi. Sulle onde del mare e su tutta la terra, su ogni popolo e nazione ho preso dominio. Fra tutti questi ho cercato un luogo di riposo, qualcuno nel cui territorio potessi risiedere. Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele”. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità».
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8, 3b-9a)
Fratelli, Dio, mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito. Quelli infatti che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. Ora, la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace. Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe. Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi.
Lettura del Vangelo secondo Luca (4, 14-22)
Il Signore Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Lo Spirito mi ha mandato a proclamare l’anno di grazia del Signore.
Aprendo l’anno giubilare nella nostra Diocesi, l’Arcivescovo Mario ha sottolineato con forza che tutti noi -Chiesa nel mondo- siamo tenuti a metterci in cammino come pellegrini di speranza, per chiedere pace e trasmettere la vita con una nuova alleanza sociale e una nuova capacità di servizio di tutti coloro che ne hanno bisogno. Perché questo sia possibile, ti preghiamo… Salvaci, Signore!
Voi non siete però sotto il dominio della carne, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi.
Signore, la nostra Comunità sia sempre più consapevole della presenza dello Spirito Santo nella nostra vita di battezzati, aprendosi così con docilità alla sua azione, e per vivere secondo i tuoi insegnamenti. Per questo ti preghiamo… Salvaci, Signore!
Fin al principio egli mi ha creato.
Signore, rinnova in noi la consapevolezza che siamo opera delle tue mani. Aiutaci a camminare uniti nei tuoi sentieri e a riconoscere che la vita e il significato dell’esistenza trovano la loro origine e fondamento solo in te. Per questo ti preghiamo… Salvaci, Signore!
Egli mette pace nei tuoi confini.
Così, il salmo… Signore, quanto abbiamo bisogno che il tuo Spirito possa allargare i confini che stiamo tutti costruendo per difendere i nostri egoismi personali, comunitari, sociali, statali, da chi è indifeso, povero, diverso… Perché l’umanità torni a costruire ponti e strade che uniscano, ti preghiamo… Salvaci, Signore!