8 settembre – Seconda Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

Che cosa vuol dire ‘credere’? Questa è un po’ la domanda su cui queste letture ci possono far riflettere. Dal punto di vista filologico, questa parola (di antichissima origine indoeuropea) significa “mettere il cuore in” e quindi “fidarsi, affidarsi, avere fiducia in” qualcuno o qualcosa. E questo tema è presente in tutti tre i testi. Come fidarsi di chi non conosciamo davvero? Occorre qualcuno che in qualche modo ci ‘introduca’ nella ‘divinità’. In tutte tre i brani la figura di riferimento è quella di Mosè, il liberatore dalla prigionia di Egitto, l’uomo per definizione dell’Alleanza. 

Una figura fondamentale per Israele, ma a ben vedere per tutte tre le religioni monoteiste: quindi anche per il mondo cristiano. Basta, tuttavia, un profeta capace di parlare con Dio fino a diventare a sua volta luminoso e a compiere segni quasi incredibili? Certamente no. Alla fine, come si vede nei rimbrotti di Gesù, tutto questo è divenuto un racconto, un testo scritto, che tutti possono leggere, senza tuttavia farlo più diventare ‘vita’.

Questo è il rimprovero che Gesù rivolge ai suoi contemporanei. Le Scritture possono anche non parlare: e persino non portare a Dio. Paolo, però, rivolgendosi ai suoi ‘nuovissimi’ cristiani, in buona parte ebrei (come lui stesso del resto), insiste sulla differenza fra il pur grande profeta Mosè e Cristo: Dio incarnato per portare a tutti la nuova buona Notizia di salvezza per tutti. 

Anche noi dobbiamo ripensare seriamente al fatto che alla nostra fede non può bastare neppure la Parola di Gesù, se non la facciamo poi diventare vita quotidiana.


Lettura del profeta Isaia (3, 1-6)
Isaia parlò, dicendo: «Voglio ricordare i benefici del Signore… quanto egli ha fatto per noi. Egli è grande in bontà per la casa d’Israele. Egli ci trattò secondo la sua misericordia, secondo la grandezza della sua grazia. Disse: “Certo, essi sono il mio popolo, figli che non deluderanno”, e fu per loro un salvatore in tutte le loro tribolazioni. Non un inviato né un angelo, ma egli stesso li ha salvati… Ma essi si ribellarono e contristarono il suo santo spirito. Egli perciò divenne loro nemico e mosse loro guerra. Allora si ricordarono dei giorni antichi, di Mosè suo servo. Dov’è colui che lo fece salire dal mare con il pastore del suo gregge? Dov’è colui che… fece camminare alla destra di Mosè il suo braccio glorioso, che divise le acque davanti a loro acquistandosi un nome eterno, colui che li fece avanzare tra i flutti come un cavallo nella steppa?… dal punto di vista filologico, Così tu conducesti il tuo popolo, per acquistarti un nome glorioso. Guarda dal cielo e osserva dalla tua dimora santa e gloriosa… Tu, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità».

Lettera agli Ebrei (3, 1-6)
Fratelli santi, voi che siete partecipi di una vocazione celeste, prestate attenzione a Gesù, l’apostolo e sommo sacerdote della fede che noi professiamo, il quale è degno di fede per colui che l’ha costituito tale, come lo fu anche Mosè in tutta la sua casa. Ma, in confronto a Mosè, egli è stato giudicato degno di una gloria tanto maggiore quanto l’onore del costruttore della casa supera quello della casa stessa. Ogni casa infatti viene costruita da qualcuno; ma colui che ha costruito tutto è Dio. In verità Mosè fu degno di fede in tutta la sua casa come servitore, per dare testimonianza di ciò che doveva essere annunciato più tardi. Cristo, invece, lo fu come figlio, posto sopra la sua casa. E la sua casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (5, 37-47)
Il Signore Gesù disse: «Anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me 
Ti preghiamo, Signore, per la nostra Chiesa Ambrosiana e il nostro vescovo Mario nel giorno in cui inizia il nuovo anno pastorale. Le parole di Gesù ci chiamino alla responsabilità di scelte concrete che parlino della nostra fede, per testimoniare l’amore del Padre molto più che con mille parole: e cioè nelle nostre scelte e nella nostra vita! Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

E la sua casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza.
Signore, come diceva il vescovo Tettamanzi, la Chiesa è fatta delle pietre vive che siamo noi. Ti preghiamo perchè la nostra comunità sia sempre fedele a questa chiamata.  Donaci la grazia di vivere in unità, sostenendoci a vicenda: e rafforza i nostri cuori, custodendo con gioia la certezza d’essere in piena comunione con te. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci Signore!

Voglio ricordare i benefici del Signore.
Ricordare il bene che ci doni, Signore, accresce la fiducia nel tuo amore e ci sostiene nel superare le difficoltà della vita. Perché tutti sappiano coltivare la virtù della gratitudine, per vivere in armonia con te e con il mondo, ti preghiamo…Ascoltaci, Signore!

Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore? 
 Signore, mai come oggi ci vengono offerte strade che portano così lontano da te, tanto da farci perdere il senso della tua presenza: nel mondo come nel nostro cuore. Aiutaci a ritrovare intorno a noi – e soprattutto in coloro che hanno tanto meno di noi – le tracce di un cammino dimenticato, per sentirti ancora compagno del nostro viaggio nel mondo. Per questo con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!