16 giugno – Quarta Domenica dopo Pentecoste

Tre testi diversi, che ci aiutano a capire qualcosa di più di Dio. Il primo ci dice infatti che Dio prende molto sul serio il rapporto con chi lo segue. Con Abramo, il legame è fortissimo, personale, ma anche fondativo per la sua gente… Si può tacere con lui, quando rischia un grave pericolo il nipote Lot insieme alla famiglia? E così saranno salvati dagli angeli: con l’eccezione di questa moglie, colpevole di non sapersi distaccare da una situazione del tutto sbagliata… Il passato è sempre ‘di Dio’ e noi dobbiamo guardare al futuro.

San Paolo riprende fortemente il tema del ‘peccato’: di tutti i peccati seri, in realtà. Cammini che non portano alla vita; peccati che ci chiedono di esercitare tutta la nostra volontà. E parlano della ‘libertà’ che Gesù ci ha indicato, e dello Spirito che ci da’ la forza di esercitarla. Splendido poi il testo di Matteo che parla in modo inequivocabile della libertà con la quale Dio agisce sempre. Al di là delle etichette, appartenenze, condizioni di vita da cui si viene, per tutti –“cattivi e buoni”- c’è posto: cioè un ‘futuro’. Anche per chi era ‘fuori’, chi ha contestato, magari agito contro la morale e la stessa chiesa: quindi ben oltre Paolo. A una condizione però: e questa è inderogabile. Ci vuole infatti non una adesione formale, ma una disposizione d’animo e di vita all’accoglienza, alla attenzione degli altri, alla ‘carità’.

Dio dunque ‘apparecchia’ per tutti, ma pone ai suoi invitati una condizione: indossare l’abito nuziale. In altre parole, accettare il ‘dono’ di essere accolti gratuitamente e di condividere insieme questa “festa”. L’alternativa invece è quella di ‘autoescludersi’. Un atteggiamento sul quale siamo chiamati a meditare anche personalmente oggi: conta più come si vive e si agisce che l’appartenenza in sé…


Lettura del libro della Genesi (18, 17-21; 19, 1. 12-13. 15. 23-29)
Il Signore diceva: «Devo io tenere nascosto ad Abramo quello che sto per fare…? Infatti, io l’ho scelto perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui a osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso». Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me…!». I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera…. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra. Quegli uomini dissero allora a Lot: «Il genero, i tuoi figli, le tue figlie e quanti hai in città, falli uscire… Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandato a distruggerli». Quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot…: «Su, prendi tua moglie e le tue due figlie…, per non essere travolto nel castigo della città». Il sole spuntava sulla terra… quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale. Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato alla presenza del Signore; contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace. Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato. Mai guardare indietro (il passato è di Dio)

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (6, 9-12)
Fratelli, non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomìti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi! Ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio. «Tutto mi è lecito!». Sì, ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Sì, ma non mi lascerò dominare da nulla.  Piena libertà (da usare però) 

Lettura del Vangelo secondo Matteo (22, 1-14)
Il Signore Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio.
Signore, abbiamo ricevuto da te un dono bellissimo: la chiamata all’amore: gratuita, universale. Fa che la Chiesa sappia ricordarci che rispondere a questa chiamata significa vivere nel quotidiano la libertà di corrispondere al tuo amore con ogni nostra azione. Per questo ti preghiamo…Ascoltaci, Padre buono!

Andate ai crocicchi delle strade, e tutti quelli che troverete chiamateli alle nozze.
Signore, questa è una chiamata che profuma di gratuità per buoni cattivi e lontani: e anche per chi non se lo aspetta! Ti preghiamo perché la nostra Comunità sappia essere altrettanto aperta e generosa nell’andare incontro e accogliere quanti arrivano nella nostra vita con un cuore libero da pregiudizi. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Tutto mi è lecito! Sì, ma non mi lascerò dominare da nulla.
Signore, consapevole delle mie debolezze e dei miei errori, concedimi la forza di resistere alle tentazioni e di non essere dominato da nulla che mi separi da te. Che il Tuo Spirito Santo mi riempia di amore, così che possa vivere una vita che sempre ti onori. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli.
Così il Salmo. Signore, accanto ai tanti progetti malvagi che portano danno e sofferenza all’umanità, assistiamo alla generosità di chi opera per portare giustizia ed eguaglianza tra gli uomini. Benedici e sostieni chi confida nella tua giustizia, perché tutti abbiano pace e consolazione. Con tutto il cuore ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!