Questa domenica la nostra attenzione va a due parole che troviamo nella ‘cronaca’ tutti i giorni in un mondo provato da ingiustizie, povertà, violenza, guerra, morte: libertà e verità. Entrambe sempre più ‘negate’. Ma, come si vede, sono i problemi di ogni epoca: connessi al ‘peccato originale’ di una umanità che vuole sempre gestirsi da sola, ha infiniti “idoli” ai quali ogni giorno tanti, tanti, troppi, vengono “sacrificati”. Lo leggiamo e vediamo ogni giorno… Può Dio averci dimenticato? Ci sarà un Mosè anche oggi a chiedergli di perdonarci una volta di più? E un altro Paolo ci invierà un Timoteo per capire se “il tentatore” ci abbia “messi alla prova” nonostante le buone intenzioni iniziali?
Anche oggi, è il Signore a indicarci la strada: rimanere “nella sua Parola”. La sola capace di essere veritiera: e di “farci liberi”. Ma la domanda seria è: siete liberi? vi sentite liberi? E quale potrebbe essere la nostra risposta? Forse risponderemmo che sì, possiamo fare quello che vogliamo, e anche che siamo battezzati, preghiamo, veniamo a messa… E, forse, Gesù risponderebbe che non basta, che basta guardarsi in giro per vedere quante cose non vanno bene, e anche quante dipendono dagli sbagli che facciamo, personalmente, e molto più spesso come comunità allargata: sociale, economica, politica, militare… Peccati personali, e peccati collettivi, come diceva Martini. E potremmo allora riflettere anche noi sulle parole del Signore: “chiunque commette il peccato è schiavo del peccato”. Preghiamo lo Spirito perché ci accompagni e dia luce a tutti.
Lettura del libro dell’Esodo (32, 7-13b)
Il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito… Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici»… Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori»… Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: “Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra”? Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo”».
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi (2, 20 – 3, 8)
Fratelli, siete voi la nostra gloria e la nostra gioia! Per questo… abbiamo deciso di restare soli ad Atene e abbiamo inviato Timòteo, nostro fratello e collaboratore di Dio nel vangelo di Cristo, per confermarvi ed esortarvi nella vostra fede, perché nessuno si lasci turbare in queste prove. Voi stessi, infatti, sapete che questa è la nostra sorte; infatti, quando eravamo tra voi, dicevamo già che avremmo subìto delle prove, come in realtà è accaduto e voi ben sapete. Per questo, non potendo più resistere, mandai a prendere notizie della vostra fede… Ma, ora che Timòteo è tornato, ci ha portato buone notizie della vostra fede, della vostra carità e del ricordo sempre vivo che conservate di noi, desiderosi di vederci, come noi lo siamo di vedere voi. E perciò, fratelli, in mezzo a tutte le nostre necessità e tribolazioni, ci sentiamo consolati a vostro riguardo, a motivo della vostra fede. Ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore.
Lettura del Vangelo secondo Giovanni (8, 31-59)
Il Signore Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi»… Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto…». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio». Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?». Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. Io non cerco la mia gloria… In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Se rimanete nella mia parola conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.
Signore, siamo proprio noi coloro cui stai parlando, noi che troppo spesso ci allontaniamo dalla verità alla ricerca di una libertà falsa. Fa che la Chiesa ricordi sempre che verità è la tua Parola, e libertà vera è solo amare come Gesù ci ha insegnato. Per questo ti preghiamo… Rendi liberi, Signore, i nostri cuori!
Ora ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore.
Concedi alla nostra Comunità, Signore, la forza di rimanere unita, sostenendoci a vicenda nel cammino di fede, anche nel mezzo delle tempeste della vita e delle sfide del mondo. E perchè il nostro esempio di costanza possa essere luce per coloro che, nel nostro territorio, cercano la tua via ti preghiamo… Rendi liberi, Signore, i nostri cuori!
Io lo conosco e osservo la sua parola.
Signore, aiuta ognuno di noi ad accogliere con umiltà la tua parola, ad approfondirla, ricordarla, e farla conoscere, perché ci renda persone responsabili, e liete di vivere nell’amore che ci doni. Ti preghiamo… Rendi liberi, Signore, i nostri cuori!
Ecco è un popolo di dura cervice
Signore, la nostra dura cervice non ci faccia cadere nell’idolatria, ma lottare con dubbi e tentazioni perché la nostra scelta di fede sia convinta, e i valori che ci hai affidato non siano concetti vuoti di significato, ma sorgente di bene, grazia, e salvezza per tutti. Per questo ti preghiamo… Rendi liberi, Signore, i nostri cuori!
Siamo chiamati a cambiare il volto della nostra parrocchia partendo dai nuovi Consigli. E il nostro Vescovo chiede: ‘amiamo’ la nostra Chiesa e la nostra Comunità? Perché lo Spirito ci aiuti a sentirci personalmente responsabili del loro futuro, ti preghiamo con forza… Rendi liberi, Signore, i nostri cuori!