Questa domenica, largo spazio a cibo e bevande. Si potrebbe vivere senza? Ovviamente no. E nella vita spirituale? Le due prime letture riguardano un momento drammatico del popolo di Israele: appena liberato dall’Egitto, ma alle prese con un deserto in cui la strada si è smarrita. La schiavitù è alle spalle: e ci sarebbe da rallegrarsi. Oppure, alla fine, la vita da schiavi non era poi così male? Il deserto come la vita, con i suoi problemi e le sue difficoltà. Meglio la vita comoda oppure la libertà interiore? Paolo pone la domanda ai suoi convertiti, e a noi oggi. Cosa mettiamo al centro della nostra esistenza?
Matteo, con il suo racconto, riprende il tema della fame. Ma la soluzione è diversa. Non è più Jahvè a intervenire. Gesù -Dio incarnato proprio per questo- dice chiaramente che dobbiamo muoverci noi: come individui e come comunità. Nelle difficoltà di oggi ci sentiamo perduti in un deserto? No, se la comunità, con l’aiuto del Signore, sente la responsabilità di guardare ai problemi seri della vita. Attivandosi. Allora, nuovamente, potrà esserci il ‘miracolo’ di una condivisione addirittura eccessiva.
Fame fisica e fame spirituale: da superare insieme, con il cibo che Gesù -Spirito e eucaristia- non manca ogni giorno di darci…
Lettura del libro dei Numeri (11, 4-7. 16a. 18-20. 31-32a)
…Gli Israeliti ripresero a piangere e dissero: «Chi ci darà carne da mangiare? Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell’aglio. Ora… i nostri occhi non vedono altro che questa manna»… Il Signore disse a Mosè: «Dirai al popolo: “Santificatevi per domani e mangerete carne, perché avete pianto agli orecchi del Signore… Ebbene, il Signore vi darà carne e voi ne mangerete. Ne mangerete non per un giorno, non per due giorni, non per cinque giorni, non per dieci giorni, non per venti giorni, ma per un mese intero, finché vi esca dalle narici e vi venga a nausea, perché avete respinto il Signore che è in mezzo a voi e avete pianto davanti a lui, dicendo: Perché siamo usciti dall’Egitto?”». Un vento si alzò per volere del Signore e portò quaglie dal mare e le fece cadere sull’accampamento…intorno all’accampamento, e a un’altezza di circa due cubiti sulla superficie del suolo. Il popolo si alzò e tutto quel giorno e tutta la notte e tutto il giorno dopo raccolse le quaglie.
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (10, 1-11b)
Non voglio che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto. Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. Non diventate idolatri come alcuni di loro… Non abbandoniamoci all’impurità, come si abbandonarono alcuni di loro e in un solo giorno ne caddero ventitremila. Non mettiamo alla prova il Signore, come lo misero alla prova alcuni di loro, e caddero vittime dei serpenti. Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento.
Lettura del Vangelo secondo Matteo 14, 13b-21)
Il Signore Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Egli vide una grande folla, senti compassione per loro e guarì i loro malati.
Signore, la Chiesa, guardando a te, possa continuare a commuoversi, per farsi vicina a ogni forma di sofferenza che incontra, e rivelando così il vero volto di Dio, Padre misericordioso che, chinandosi sui suoi figli, si prende cura di ogni forma di miseria. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Voi stessi date loro da mangiare.
Signore, tuo figlio Gesù, prendendosi cura della folla venuta ad ascoltarlo, ha chiesto il contributo concreto dei discepoli. Alla nostra Comunità chiede oggi di mettersi in gioco con quello che ha perché, unendo fede e carità, sappia spendersi gratuitamente per le necessità di uomini e donne che vivono intorno a noi. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente.
Signore, aiutaci a capire e abbracciare con speranza le infinite possibilità che ci attendono, e concedici la saggezza di comprendere che la sicurezza ricercata nel passato è meno preziosa della libertà che il presente ci offre. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Tutti mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene.
Signore, aiutaci a guardare al mondo come quello spazio che è di tutti, e nel quale la condivisione di beni e risorse può ripetere il miracolo delle dodici ceste capaci di dare pane quotidiano e opportunità di vita anche a chi non ne è privo. Con tutto il cuore ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!