16 luglio – Settima Domenica dopo Pentecoste

Queste letture ci illustrano perfettamente come l’attenzione di Dio per l’umanità si sia costantemente allargata nel tempo: o, per meglio dire, così ci è stata tramandata.

Giosuè è colui che, effettivamente, riuscirà dove Mosè aveva dovuto fermarsi: portare Israele a quella ‘terra’ promessa all’uscita dall’Egitto. Ma il popolo dovrà ricordare per sempre quanto Dio ha fatto e tramandarlo di generazione in generazione.

Paolo – e con lui la chiesa nascente – riflette immediatamente su un allargamento importante. Proprio lui, che, da ebreo rigoroso, si trova inviato da Gesù stesso ben oltre la sinagoga: “alle genti” del tempo cioè il mondo greco e romano! Dio è il Dio di tutti. Del resto, Genesi non dice che Adamo rappresenta l’umanità tutta fatta “a immagine e somiglianza di Dio”? Da Adamo ed Eva discendiamo teologicamente tutti; e tutti, nascendo, riceviamo la stessa scintilla divina, lo stesso ‘soffio’ che dona vita.

In Luca, Gesù stesso aggiunge un aspetto fondamentale: e che noi tendiamo a dimenticare. La proposta di perdono e salvezza di Dio è fatta a ogni creatura umana, ma deve essere accolta e soprattutto vissuta. Non basta aderire superficialmente, non basta una circoncisione o un battesimo, una preghiera recitata magari in modo meccanico, e neppure la conoscenza di una Parola non incarnata, o la partecipazione formale a una comunità. Perché alla fine, magari da molto lontano -e lontano da tutti i possibili punti di vista- verranno e saranno ammessi solo quelli che avranno cercato di “entrare in quella porta stretta”, che è il vivere quotidianamente le beatitudini. Su queste, e non la Legge, saremo infatti tutti giudicati.


Lettura del libro di Giosuè (4, 1-9)  
Quando tutta la gente ebbe finito di attraversare il Giordano, il Signore disse a Giosuè: «Sceglietevi tra il popolo dodici uomini, un uomo per ciascuna tribù, e comandate loro di prendere dodici pietre da qui, in mezzo al Giordano, dal luogo dove stanno immobili i piedi dei sacerdoti, di trasportarle e di deporle dove questa notte pernotterete». Giosuè convocò i dodici uomini… e disse loro: «Passate davanti all’arca del Signore, vostro Dio, in mezzo al Giordano, e caricatevi sulle spalle ciascuno una pietra… Quando un domani i vostri figli vi chiederanno che cosa significhino per voi queste pietre, risponderete loro: “Le acque del Giordano si divisero dinanzi all’arca dell’alleanza del Signore. Quando essa attraversò il Giordano, le acque del Giordano si divisero. Queste pietre dovranno essere un memoriale per gli Israeliti, per sempre”». Gli Israeliti fecero quanto aveva comandato Giosuè… Giosuè poi eresse dodici pietre in mezzo al Giordano…: esse si trovano là fino ad oggi.

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (3, 29-31)
Fratelli, forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche delle genti? Certo, anche delle genti! Poiché unico è il Dio che giustificherà i circoncisi in virtù della fede e gli incirconcisi per mezzo della fede. Togliamo dunque ogni valore alla Legge mediante la fede? Nient’affatto, anzi confermiamo la Legge.

Lettura del Vangelo secondo Luca (13, 22-30)
Il Signore Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Fratelli, forse Dio non è Dio anche per le genti? 
Signore, quante volte ci ritroviamo a pensare che la salvezza ci spetti per diritto di nascita o di cittadinanza. Manda ancora il tuo Spirito a illuminare la Chiesa, perché sia veramente capace di andare incontro a tutti, con l’amore sincero di che crede che la tua salvezza è veramente universale. Per questo ti preghiamo…Ascoltaci, Padre buono!

Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato, non lo terremo nascosto ai nostri figli.
Signore, oggi, la nostra comunità riprende le antiche -ma sempre cruciali- parole del salmo. E le ripete pensando in particolare a tutte le famiglie: le nostre e quelle del nostro territorio. Il tuo Spirito le aiuti a passare con consapevolezza e responsabilità il testimone della fede alle nuove generazioni. E per questo con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Sforzatevi di entrare per la porta stretta.
Signore, davvero il cammino verso la salvezza non è facile! Aiutaci a comprendere che non basta per la salvezza essere credenti formali, ma che occorre vivere ogni giorno i tuoi insegnamenti per crescere sempre più nella fede. E per questo di cuore ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi e vi sono primi che saranno ultimi.
Signore Gesù, in questo mondo pieno di soprusi, violenza, ingiustizia, queste parole ci devono far seriamente pensare. Dove ci poniamo noi? Fra i primi? Più colti, più ricchi, più liberi? E dove poniamo le migliaia di profughi in fuga da guerre, fame, persecuzioni? Il tuo Spirito illumini non solo chi ha responsabilità dirette, ma tutti noi senza distinzione. Ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!