6 aprile – Giovedì della Settimana autentica

Celebrazione vespertina nella cena del Signore

Siamo giunti al cuore della nostra fede: l’Ultima Cena, fondazione della Chiesa. La liturgia normalmente inizia dalla lavanda dei piedi degli apostoli, che appartiene alla ‘narrazione’ del vangelo di Giovanni. Un momento di grande significato in cui Gesù in persona indica che la Chiesa, in quel momento costituita dai Dodici, deve essere basata sul “servizio” (la Chiesa del “grembiule”, come diceva Tonino Bello!) e sentire l’esempio del Maestro come la sua precisa identità.

Qui invece siamo alla Pasqua ebraica: Gesù sceglie un luogo ‘in prestito’, e svela il tradimento: il che non ferma la sua libera –e dolorosa- “offerta del suo corpo e del sangue” a tutti, compreso Giuda. La cena finisce nella ‘notte’ più cupa. Gesù prega intensamente e chiede di ‘vegliare’ con lui: ma inutilmente. Viene arrestato e i suoi fuggono via… Da Caifa, un interrogatorio farsa che, come infiniti altri nella storia umana, si chiude con il triplice, amarissimo, rinnegamento di Pietro. Anche oggi Gesù ci chiede di “vegliare” con lui e di non rinnegarlo: e ci sono tanti modi per farlo anche oggi…

San Paolo, che parla a nome di una comunità ecclesiale ormai costituita, fa molto pensare anche a questi ‘tradimenti’. Certo, per noi l’eucaristia è da tempo immemorabile un’ostia: tuttavia recitare la formula della consacrazione – quel “fate questo in memoria di me” – deve essere un serio atto impegnativo, perché non diventi per noi una “condanna”.

Il bellissimo testo di Giona, con la sua permanenza di “tre giorni” nel ventre della balena e la sua ‘simbolica risurrezione’, porta a un paragone con la vicenda di Gesù. Ma anche a un contrappunto: perché lui, al contrario, all’inizio aveva cercato in tutti i modi di sfuggire alla chiamata di Dio


LETTURA DEL PROFETA GIONA (1,1-3,5.10)
Fu rivolta a Giona questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Ninive, la grande città, e in essa proclama che la loro malvagità è salita fino a me». Giona invece si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove… s’imbarcò… per Tarsis, lontano dal Signore. Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e vi fu in mare una tempesta grande. I marinai… dissero fra di loro: «Venite, tiriamo a sorte per sapere chi ci abbia causato questa sciagura»…La sorte cadde su Giona…. Egli disse loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ho colto per causa mia»…Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furiaGiona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore, suo Dio «Nella mia angoscia ho invocato il Signore ed egli mi ha risposto; dal profondo degli inferi ho gridato e…tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita, Signore, mio Dio…la salvezza viene dal Signore». E il Signore parlò al pesce ed esso rigettò Giona sulla spiaggia. Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Ninive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore…I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno… Dio vide… che si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

PRIMA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO AI CORINZI (11,20-34)
Fratelli, quando vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco… In questo non vi lodo! Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque… mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri

PASSIONE DEL NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO SECONDO MATTEO (Mt 26,17-75)
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli… prepararono la Pasqua… Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà… Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io? ». Gli rispose. «Tu l’hai detto»…Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati…Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo…».E Pietro: «Io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte»…

Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse…: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà»… poi pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole…

Ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo… Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono…Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.

Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa,.. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote…I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla?»… «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù» Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato!… E’ reo di morte”… Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo «Fa’ il profeta…Chi è che ti ha colpito?».

Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo… Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

E saranno disperse le pecore del gregge. Ma dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea.
Signore Gesù, guardandoci in giro oggi, ci chiediamo se anche l’umanità contemporanea non possa apparire come un gregge disperso… Ma questa sera la Chiesa ci ripete queste straordinarie tue parole che danno la forza di guardare al futuro sapendo che ci hai preceduto, ci precedi, e ci attendi: sempre e da sempre. Per questo ti ringraziamo e ti preghiamo…Ascoltaci, Signore!

Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri.
Aiutaci, Signore, a vivere l’Eucaristia con responsabile umiltà e reciproco rispetto, al servizio della nostra Comunità e del nostro territorio. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

E uscito fuori, pianse amaramente.
Posti di fronte ai pericoli e alle difficoltà della vita, Signore, svaniscono le promesse di fedeltà, come è accaduto a Pietro, ed emergono le nostre paure e i nostri tradimenti. Dacci l’umiltà di comprenderlo,  il coraggio di piangere e la forza di seguirti. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!

Dio vide che si erano convertiti e si ravvide riguardo al male… e non lo fece.
Signore, vediamo ogni giorno le conseguenze dei nostri errori: guerra, povertà, mancanza di solidarietà e di rispetto per la terra. Aiutaci a comprendere il senso di una conversione vera, che indichi la tua sequela come l’unica strada di salvezza per noi e per il mondo intero. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!


Seguirà un momento di adorazione dal titolo:
LA SERA DEL GIOVEDI’ SANTO. VERSO IL CALVARIO:
L’ULTIMA NOTTE DI GESU’