Nelle letture del tempo d’Avvento, e in particolare avvicinandoci al Natale, i testi scelti indicano le evidenti corrispondenze esistenti fra la vicenda terrena di Gesù e le profezie dell’antico Israele. Anche in questo caso, Isaia nella sua visione fa coincidere la fine agognata del dolore, della ingiustizia e della violenza umana con la nascita di un bambino, con il dono di un figlio che “ci è stato dato”. Una nuova e stra-ordinaria vita capace di illuminare “le tenebre” del mondo umano, “moltiplicando la gioia”.
E il vangelo ce lo racconta situando l’avvenimento fra cielo e terra, fra il dato storico di un censimento ordinato dal governatore romano Quirinio e i cori di questo “esercito celeste” che lo accompagna. Fra la nascita in una “mangiatoia” e la “Gloria di Dio nell’alto dei cieli”.
Un neonato, come tanti, “in fasce”. Sì, ma -dice Paolo- “figlio di Dio”. Anzi, ben di più, Dio stesso: “il tuo trono, Dio, sta nei secoli dei secoli”. Ancora oggi uno ‘scandalo’ per la ragione umana, e un dono comprensibile solo con la fede…
Lettura del profeta Isaia (8, 23b – 9, 6a)
In passato il Signore Dio umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Madian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Lettera agli Ebrei (1, 1-8a)
Fratelli, Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? E ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio». Mentre degli angeli dice: «Egli fa i suoi angeli simili al vento, e i suoi ministri come fiamma di fuoco», al Figlio invece dice: «Il tuo trono, Dio, sta nei secoli dei secoli».
Lettura del vangelo secondo Luca (2, 1-14)
Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Dio in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Signore, oggi sei venuto nel mondo e ci hai parlato del tuo progetto di salvezza. Dona alla Chiesa uno spirito di sapienza, perché sappia comprendere e tramandare a quale speranza ci hai chiamati.
Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce.
Signore, la luce della tua presenza, animi la speranza della nostra Comunità, perché possiamo camminare senza perderci d’animo anche nei momenti più critici. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Oggi è nato per noi il Salvatore.
Nella vita attraversiamo momenti di luci ed ombre, alcuni veramente belli, altri difficili e duri, ma tutti importanti. Oggi, Gesù bambino ci incontra personalmente per vivere ogni giorno al nostro fianco ed invitarci sempre all’ascolto della sua Parola. Per questo oggi ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Questo per voi il segno: troverete un bambino.
Signore Gesù, sei venuto a noi inerme, come tutti i bambini. In questo Natale, ti affidiamo tutti piccoli, ma in particolare, quelli malati, soli, abbandonati, sfruttati, violati, e quelli che subiscono gli orrori della guerra. Illumina le nostre menti perché ciascuno si impegni a custodire e curare le loro giovani vite, futuro della nostra umanità. Per questo con tutto il cuore ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!