GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO
Letture non facilissime, questa domenica. C’è però un legame fra Proverbi e la lettera ai Corinzi: quello della “intelligenza”, cioè la capacità di ‘leggere dentro’ le cose, come la parola latina dice. E cosa ci insegna questa capacità così speciale e importante? Che nella nostra vita quotidiana c’è la possibilità di valutare le cose e compiere le nostre scelte con “sapienza” -per definizione dono dello Spirito-, e un’altra “via”, invece, sbagliata, quella della “idolatria”. Noi non abbiamo più gli “dei” dell’Olimpo classico, e neppure dei simulacri da ‘adorare’. In compenso abbiamo moltie altre tipologie di idoli come il potere, la ricchezza, la bellezza, la giovinezza, ai quali ogni giorno offriamo i nostri bei sacrifici…
San Paolo indica chiaramente come starne lontani: il sacrificio di Gesù, il calice della benedizione, il pane che spezziamo. In una parola, l’Eucaristia. E Gesù nel suo insegnamento a Cafarnao lo proclama: “io sono il pane vivo disceso dal cielo”.
Oggi queste letture ci provocano direttamente e in modo diverso.
“Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo”: tutti i credenti, da qualunque cultura provengano, qualunque lingua parlino, qualunque sia il colore della loro pelle…
“La sapienza si è costruita una casa”: perché la nostra casa di cittadini possa essere costruita con saggezza, occorre la nostra partecipazione civile e la nostra cura attenta per la conservazione del bene pubblico.
Lettura del libro dei Proverbi (9, 1-6)
La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: «Chi è inesperto venga qui!». A chi è privo di senno ella dice: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza».
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (10, 14-21)
Miei cari, state lontani dall’idolatria. Parlo come a persone intelligenti. Giudicate voi stessi quello che dico: il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane. Guardate l’Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l’altare? Che cosa dunque intendo dire? Che la carne sacrificata agli idoli vale qualcosa? O che un idolo vale qualcosa? No, ma dico che quei sacrifici sono offerti ai demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni.
Lettura del Vangelo secondo Giovanni (6, 51-59)
Il Signore Gesù disse: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna.
Signore, la tua Chiesa, rinvigorita dall’Eucaristia, sappia farsi dono generoso per portare al mondo pace e speranza, specialmente in questo tempo segnato da tanti drammi. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Poiché c’è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo.
Signore, in questo giorno dedicato a migranti e rifugiati, i nostri cari Latino Americani desiderano, a nome di tutti, dirti un grazie di cuore, perché ci hai portato da lontano tanti fratelli e sorelle per ‘piantarle’ proprio qui: in questa terra e in questa comunità. Sì, possiamo essere ben diversi, ma nel tuo figlio Gesù, “pane di vita”, diventiamo un solo corpo. Aiutaci a camminare tutti insieme, verso il tuo Regno d’Amore! Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Gustate e vedete com’è buono il Signore!
Con il Battesimo, Signore, chiami nella tua Chiesa i piccoli Beatrice, Carlo, Emma, Leonardo, Marta, Massimo, Pietro, Tommaso e Vittoria. La nostra Comunità li accoglie con gioia perché, insieme a genitori, padrini, imparino con noi a conoscere il tuo grande amore per tutti i tuoi figli. In ogni momento della loro vita sappiano lodarti e ringraziarti per le gioie, e trovare in te la forza nei momenti difficili. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
La sapienza si è costruita la sua casa… andate dritti per la via dell’intelligenza…
Signore, tutti gli uomini che hanno responsabilità di governo dovrebbero chiederti, come fece Salomone, il dono della Sapienza, per imparare a costruire una solida casa di serenità e benessere. E, invece, la sete di potere sembra prevalere dovunque. Signore, dona loro la Sapienza dell’intelletto e insieme quella del cuore, e a noi tutti la responsabilità delle nostre scelte. Per questo, oggi più che mai, ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!