Questa festa liturgica chiude il tempo in cui, ogni anno, la Chiesa ci riporta ai fondamentali della nostra fede: Settimana Santa, Pasqua, Ascensione, Pentecoste. Gesù lascia i suoi, ma sarà per sempre fra noi grazie allo Spirito, e insieme al mistero di un sacrificio che si rinnova a ogni celebrazione della Messa. Le letture sono non a caso brevi, perché concentrate su una alleanza ‘eterna’ che sfida il tempo e si rinnova nei secoli.
Che cosa offre al “Dio altissimo” Melchisedek, antico re di pace anticipatore del Messia, tanto da far dire a san Paolo che Gesù è “sacerdote eterno alla maniera di Melchisedek” (lettera agli Ebrei)? Genesi testimonia che, sin dall’inizio, l’offerta fatta a Dio da Israele era “pane e vino”: cibo base della vita umana.
San Paolo rende in modo scarno, ma forte, l’evento e il significato dell’offerta di se stesso fatta da un Dio incarnatosi per questo. Chissà se riusciamo a entrare davvero in questo mistero, ogni volta che il sacerdote recita le parole “fate questo in memoria di me”. Pane e vino, corpo e sangue: cibo di vita eterna…
Parole molto impegnative, se ne cogliamo il significato: che non si limita al sacerdote che le pronuncia. Parole che parlano di qualcosa che viene “spezzato” e di altro “versato” che, nella la narrazione di Luca, ci ‘impegnano’ personalmente.
Davanti alle difficoltà pastorali – la luce che viene meno, la gente che comincia ad avere ‘fame’- i discepoli -noi ora- provano a rimandare la responsabilità a Gesù. Ed è quello che facciamo tante volte anche noi quando pensiamo che il Signore debba agire al posto nostro. Ma Gesù è chiaro: “voi stessi” datevi da fare… Il Signore è il primo a essere consapevole dei nostri grandi limiti: ma anche sempre pronto a intervenire in nostro aiuto, moltiplicando i nostri sforzi.
Lettura del libro della Genesi (14, 18-20)
In quei giorni. Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici». Ed egli diede a lui la decima di tutto.
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (11, 23-26)
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
Lettura del Vangelo secondo Luca (9, 11b-17)
Il Signore Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete questo calice, annunciate la morte del Signore.
Annunciare la tua morte, Signore, è annunciare l’Amore che supera ogni confine e ogni barriera: sostieni la Chiesa perché, nella fedeltà all’Eucaristia, possa essere in questo mondo così difficile testimone efficace di pace, speranza, e unità. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Voi stessi date loro da mangiare…
Signore Gesù, queste parole sono per ognuno di noi e per una Comunità come la nostra, che ha dimostrato, anche recentemente, di esserne ben consapevole. Stacci vicino, Signore, perché non venga meno in noi la capacità ascoltare le urgenze che il futuro ci porrà, e rispondere in modo coraggioso e generoso. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Non abbiamo che cinque pani e due pesci.
Signore, anche noi come gli apostoli ci sentiamo impauriti e impotenti davanti alle necessità dei fratelli. Il tuo invito a credere alla potenza della tua Parola doni a ciascuno la volontà e la forza di mettere a disposizione quel poco che ha per alleviare ingiustizie, emarginazione, fame e nuove povertà. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi avanzati.
Signore, di nuovo torniamo a parlare di crisi alimentare e carestia, perché alcuni uomini e nazioni detengono il controllo della catena alimentare in spregio dei più semplici diritti umani. Aiutaci, Signore, a ritrovare il senso profondo delle nostre responsabilità, perché mai nessuno debba sentirsi in diritto di negare ai fratelli ciò che tu hai donato a tutti. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Signore!