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Come deve essere il credente, cioè colui che ha il compito di ‘annunciare’ la salvezza che viene da Dio grazie alla incarnazione, morte e risurrezione di Gesù? Le tre letture di oggi cercano di dircelo, anche se in modo diverso: lontani nel tempo ma non così differenti, a ben vedere.
Iniziando da Isaia, che mette queste parole sulle labbra di Dio stesso: l’uomo può ben sbagliare, può peccare e il suo peccato avrà sempre tristi ricadute: “il pane dell’afflizione e l’acqua della tribolazione”. Tuttavia, Dio sta sempre al fianco di questa umanità perversa, l’affiancherà sempre quale “maestro”, le indicherà la “strada giusta da percorrere” quando non saprà bene neppure se “andare a destra o a sinistra”. Ma, soprattutto, le griderà forte di cacciare con vigore lontano da sé -“Fuori!”- i suoi “idoli rivestiti d’oro”: che sono gli ingannevoli traguardi di potere, ricchezza, fama che in tutti i tempi hanno tentato e corrotto l’uomo…
Nel tempo di Gesù, ovviamente, tutto si concentra sulla sua persona, il suo esempio, il suo insegnamento. Tutto: anche se si è Giovanni il Battista, eremita ricercatissimo perché capace di parlare con verità riguardo proprio ai tanti idoli di tutti i tempi… Compresa la sua stessa ‘fama’: “lui deve crescere, io, invece, diminuire”!
In fondo, lo stesso richiamo di Paolo: “noi non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore”. È ciò che è chiesto anche a noi, oggi. Ma, per farlo, dobbiamo aver conosciuto nel nostro intimo il Signore: averlo “visto” e “udito”, cioè avergli aperto la porta del nostro cuore e della nostra mente e soprattutto averlo accolto nella nostra vita…
Letture sul sito della Diocesi: chiesadimilano.it/?p=484796
Lettura del profeta Isaia (30, 18-26b)
Isaia disse: «Il Signore aspetta con fiducia per farvi grazia… Popolo di Sion, che abiti a Gerusalemme, tu non dovrai più piangere… Anche se il Signore ti darà il pane dell’afflizione e l’acqua della tribolazione, non si terrà più nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro, i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: “Questa è la strada, percorretela”, caso mai andiate a destra o a sinistra. Considererai cose immonde le tue immagini ricoperte d’argento; i tuoi idoli rivestiti d’oro getterai via come un oggetto immondo. “Fuori!”, tu dirai loro. Allora egli concederà la pioggia per il seme che avrai seminato nel terreno, e anche il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso; in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato. I buoi e gli asini che lavorano la terra mangeranno biada saporita, ventilata con la pala e con il vaglio…La luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di più, come la luce di sette giorni, quando il Signore curerà la piaga del suo popolo».
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (4, 1-6)
Fratelli, avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata accordata, non ci perdiamo d’animo. Al contrario, abbiamo rifiutato le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunciando apertamente la verità e presentandoci davanti a ogni coscienza umana, al cospetto di Dio… Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.
Lettura del Vangelo secondo Giovanni (3, 23-32a)
Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito.
Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce
Noi, infatti, non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore
Per la Chiesa, perché sappia mettere con convinzione al centro della predicazione il Signore Gesù, il Messia che sta per venire ancora una volta a portarci la Parola d’amore, che supera e vince ogni egoismo umano, ti preghiamo… Vieni, Signore a salvarci!
Questa è la strada, percorretela, caso mai andiate a destra o a sinistra…
Signore, nel cammino di Avvento, la nostra Comunità sappia crescere nella fede, aprendo il cuore alla tua Parola che, anche in questo difficile tempo, illumina la nostra strada di credenti e cittadini. Per questo ti preghiamo… Vieni, Signore a salvarci!
Il Signore aspetta con fiducia per farvi grazia.
Ogni giorno di più ci imbattiamo in situazioni di grave disagio e nel bisogno d’essere rassicurati. Sentiamoci accuditi dal Signore, avendo però il coraggio di gettare via i nostri “idoli vestiti d’oro”, per batterci contro tutte le scandalose disuguaglianze di oggi. Per questo ti preghiamo… Vieni, Signore a salvarci!
Vieni Signore a salvarci.
Signore, in questo mondo egoista, sordo e cieco, preghiamo perché la voce del nostro Papa sia ascoltata, e nessuno si dimentichi di chi è solo e sofferente, non può accedere all’istruzione, è perseguitato, non può avere una vita dignitosa. Per questo ti preghiamo…Vieni, Signore a salvarci!