29 agosto – Domenica che precede il Martirio di san Giovanni il Precursore

Questa domenica, le letture scelte ci pongono una domanda di sostanza: cosa vuol dire ‘avere fede’? Suggerendo contemporaneamente una risposta: vuole dire essere coerenti, anche se può costare molto. E i due primi brani lo illustrano in modo diverso, ma ugualmente ‘duro’. Nel sacrificio affrontato con enorme coraggio dai Maccabei per non venire meno alle prescrizioni mosaiche, ma anche nelle grandi personali fatiche dell’apostolo Paolo per diffondere la Parola di Gesù e fondare le prime comunità cristiane. In entrambi i casi, si parla di tempi di persecuzione, che non dobbiamo leggere come fatti lontani che non ci riguardano. Conosciamo infatti molto bene la situazione critica di tantissime comunità cattoliche e cristiane attuali: e contiamo ogni anno un numero sempre crescente di martiri contemporanei.

Certamente, a noi -almeno al momento- non è chiesto tanto; tuttavia, innanzitutto, come diceva il card. Scola, questo dovrebbe convincerci a mostrare almeno una coerenza maggiore nella vita quotidiana, pensando a quanto può costare, altrove, dirsi cristiano, e che oggi sono questi martiri a difendere -anche a nome nostro- la forza l’annuncio del vangelo. Chi riesce a dar loro il coraggio di compiere passi così pericolosi? Paolo lo dice chiaro: la fede in Gesù, morto ma risorto per noi

Nel vangelo, poi, Gesù apre lo scenario di una persecuzione possibile e persino prevista: cominciando, del resto, da se stesso. Ma non solo. Ci sono infatti nelle sue parole anche i tradimenti quotidiani, dati da condizionamenti familiari, e da una diffusa cultura egoista che ci mette sempre al centro della scena facendoci dimenticare le vere tragedie che ci circondano… Ed è proprio così che si ‘sciuperà’, e ‘manderà in rovina’ (questo il significato del termine greco “perdere”) la propria vita. Perché, alla fine, Gesù non pensa unicamente ai grandi gesti eroici, ma soprattutto a una esistenza vissuta con l’attenzione ai “piccoli” della terra, anche solo con “un bicchiere d’acqua fresca”, e -quando la vita lo chiederà- alla capacità di “accettare” i “guai” (la ‘croce’) con pazienza e senza perdere la speranza, sapendo che Gesù così ha fatto per primo


Letture sul sito della Diocesi: www.chiesadimilano.it/?p=464166

Lettura del secondo libro dei Maccabei (7, 1-2. 20-41)
Ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri». Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. Esortava ciascuno di loro nella lingua dei padri,… diceva loro: «Senza dubbio il Creatore dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro e la vita». Antìoco… esortava il più giovane che era ancora vivo; e … prometteva che l’avrebbe fatto ricco e molto felice, se avesse abbandonato le tradizioni dei padri… Ma poiché il giovane non badava per nulla a queste parole, il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo. Esortata a lungo, ella… disse nella lingua dei padri: «Non temere questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia». Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: «Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. Tu però, che ti sei fatto autore di ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio… Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato un breve tormento, per una vita eterna sono entrati in alleanza con Dio…Anch’io, come già i miei fratelli, offro il corpo e la vita per le leggi dei padri, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu, fra dure prove e flagelli, debba confessare che egli solo è Dio…». Il re, divenuto furibondo, si sfogò su di lui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno. Così anche costui passò all’altra vita puro, confidando pienamente nel Signore. Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte.

Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (4, 7-14)
Fratelli, noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, man uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo… convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.

Lettura del Vangelo secondo Matteo (10, 28-42)
Il Signore Gesù disse: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare “l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera”; e “nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa”. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».


Preghiere dei fedeli della Comunità di Santa Croce

Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio.
Signore, anche la Chiesa è attraversata da momenti di crisi, che sembrano portarla lontano dalla strada tracciata dalla tua Parola. Se questa è la “croce” dei nostri tempi, aiutala, perché possa portarla, ricordandole sempre la necessità di una coraggiosa coerenza. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Signore, nessuno può pretendere di trasformare la realtà da solo, ma insieme si può contribuire a renderla migliore. Il tuo Spirito illumini e rafforzi la vita della nostra Comunità, ciascuno con quanto sa e può dare nell’accogliere e curare, ascoltare e consolare, dare sostegno e speranza: e non solo tra noi, ma ovunque possiamo essere segno della tua presenza. Per questo ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Questa straordinaria potenza appartiene a Dio. In tutto, infatti, siamo tribolati ma non schiacciati. 
Signore, per scoprire le risorse inaspettate che ci offri ogni giorno è sufficiente vivere. Tra le difficoltà della vita e la tentazione di rispondere con la disperazione o la rabbia, tu suggerisci parole che ci invitano a guardare in alto, verso beni spirituali, per sentirci veramente più umani. Per questo preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!

Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli,… in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa…
Signore Gesù, assistiamo impotenti a una tragedia in cui nessuno ha l’intenzione di riconoscere i propri sbagli, ma in cui vediamo traditi valori che pure tanto ci sono costati anche in termini umani…Il tuo Spirito suggerisca a tutti, dai responsabili politici a ognuno di noi, come venire incontro concretamente a questi poveri profughi in fuga dopo decenni di una guerra patita senza colpa, donne, bambini, uomini, di ogni età: anche senza “ricompensa”!… E perchè questo possa accadere, con forza ti preghiamo… Ascoltaci, Padre buono!